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GANDHIVi ricordate il famoso spot con protagonista Gandhi, che ha caratterizzato la campagna istituzionale 2004 di Telecom Italia con la regia di Spike Lee aggiudicandosi il premio “Best Ever Forever”? Non ha fatto solo epoca. Ha fatto scuola. Provate a contare quante volte vi imbattete in una clip di propaganda di qualsiasi tipo di marca che ingloba concetti, valori, modelli eminentemente non commerciali. Siamo invasi da rutilanti esempi di pubblicità ‘progresso’ che, con uso sapiente della musica giusta, delle parole appropriate, dell’estetica cinematografica adatta, sollecitano in noi le emozioni un tempo appannaggio degli oppositori del Sistema. Essi fagocitano tematiche della natura più varia: culturale, ideale, religiosa, artistica. Tutte, rigorosamente, evocative di sogni, categorie, progetti esistenziali non commerciabili. E tutte, sistematicamente, utilizzate per spingerci a fare commercio, cioè mercificazione, di ogni aspetto della nostra vita. Una volta, la pubblicità puntava soprattutto sugli istinti, subliminali se non inconsci. Così, la bella ragazza in costumi discinti accanto all’ultimo modello di berlina si sovrapponeva all’auto veicolandone, insieme alle prestazioni meccaniche ed elettroniche, anche un mimetico sottotesto dove la seduzione sensuale e l’illusione erotica giocavano un ruolo imprescindibile nell’indurre all’acquisto. Oggi, quell’approccio è superato, appartiene a un format grezzo e volgare delle tecniche di manipolazione di massa. Le grandi Marche della competizione globale hanno completato l’opera di colonizzazione della nostra psiche. Ci nutrono persino di quei percorsi favolosi e immateriali già prerogativa dei capolavori della letteratura universale o dei messaggi dei guru della metafisica o della ricerca spirituale. In altre parole, ci offrono, liofilizzati in pillole di pellicola fast food, quello che, in passato, dovevamo conquistarci attraverso ore di laboriosa applicazione. La strategia, a ben pensarci, è geniale ed è consistita nell’impiego dei frutti del nemico per eccellenza della matrice consumistica (il libero pensiero disinteressato) per avvelenare definitivamente i pozzi di conoscenza e consapevolezza cui  eravamo stati educati ad abbeverarci. Ora, nel ritmo sincopato e tambureggiante dell’era più stressata della storia, ci è stato tolto il tempo della meditazione, ma ci vengono comunque messi a disposizione i suoi prodotti concentrati in chicchi di caffè pronta cassa. Ci tengono svegli a sufficienza per consumare, ma non abbastanza per capire. Il regime si è vaccinato contro i virus che lo  minacciavano e ne ha fatto degli anticorpi da somministrare alle sue  vittime. Ciò che vi era di Eterno nelle tradizioni antiche servirà ad eternare la macchina che le ha uccise.

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