È più stupido chi lo stupido è o chi lo stupido fa? Riformuliamo la domanda in chiave “europea”: è stupido chi ha creato una moneta unica evidentemente sbagliata come una ciambella senza il buco? Oppure chi crede che l’euro, e l’Unione, crolleranno per le loro evidenti contraddizioni? Noi pensiamo che chi ha ideato, voluto e creato l’euro, come strumento cruciale dell’Unione, non fosse affatto stupido.
Quindi, forse, i sovranisti convinti che l’euro debba implodere perché fatto male – così come una ciambella finisce di essere tale per colpa del buco mancante – qualche problema con la stupidità ce l’hanno. Nei 36 stratagemmi cinesi ce né uno, il ventisettesimo, che suona, più o meno, così: fingersi stupidi rimanendo lucidi. La strategia consiste nel simulare stupidità per raggiungere un obbiettivo. Facendo così in modo che l’avversario abbassi la guardia e si accorga di essere stato lui il vero stupido quando è ormai troppo tardi per una qualche reazione intelligente.
Romano Prodi, intervenendo all’incontro sull’Europa della post pandemia a Taormina ha dichiarato di aver sempre ritenuto il patto di stabilità “uno sbaglio”. Lo aveva già detto. In un’intervista a “La Nazione” del 4 novembre 2013 disse: “La politica non si fa con le tabelline”. E a “Le Monde” nell’ottobre del 2002: “So molto bene che il patto di stabilità è stupido, come tutte le decisioni rigide”. Certo, non parlava dell’euro in sé e per sé, ma pur sempre di una delle regole auree dell’euro. Sentite, ora, un altro grande “padre” della moneta unica, Giuliano Amato: “Molti economisti, specie americani, ci hanno detto: guardate che non ci riuscirete, non vi funzionerà, In realtà, noi non abbiamo voluto credere a questi argomenti”.
A lorsignori era noto, molto prima e molto meglio di tanti successivi sovranisti, che l’euro era costruito per non funzionare. Del resto, lo hanno certificato un bel po’ di premi Nobel: “L’euro è stato un’idea orribile” (Amartya Sen, Nobel 1998); “Questa crisi, questo disastro è artificiale […] e in sostanza questo disastro artificiale ha quattro lettere: euro” (Joseph Stiglitz, Nobel 2001); “Adottando l’Euro, l’Italia si è ridotta allo stato di una nazione del Terzo mondo” (Paul Krugman, Nobel 2008).
Insomma, lo hanno sempre saputo benissimo, sia i luminari dell’economia sia gli ideatori della moneta unica. Con una piccola differenza. I primi pensano sia stata un’idea stupida concepita da stupidi e realizzata in modo stupido. I secondi, invece, sanno che è stata un’idea stupida ancorata a strumenti stupidi per gabbare gli stupidi. Per creare, cioè, lucidamente una crisi a cui rispondere dicendo: “Non funziona perché ci vuole più Europa”. Ed esattamente così è andata a finire.
Ad ogni passo in discesa, in quell’imbuto dantesco infernale di nome UE, ci hanno spiegato che non vedevamo il paradiso perché ci voleva più coraggio. Ci voleva una definitiva unione politica e tutto si sarebbe sistemato. Sempre Prodi lo ha sintetizzato da par suo: “Sono sicuro che l’euro ci obbligherà a introdurre un nuovo set di strumenti di politica economica. È politicamente impossibile proporre ciò ora. Ma un giorno ci sarà una crisi e nuovi strumenti saranno creati”.
Ecco perché è sommamente stupida la convinzione, tipica di certe anime belle anti-unioniste, secondo cui l’euro e l’Unione imploderanno per le loro pecche. Al contrario: gli Stati Uniti d’Europa verranno realizzati proprio “grazie” a quelle pecche. E grazie, soprattutto, alla monumentale stupidità di chi non l’ha mai capito.
Francesco Carraro
www.francescocarraro.com
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