Tenetevi forte. A fine mese entra in vigore la super anagrafe tributaria. Lo Stato Fiscale avrà a portata di mouse (senza dover chiedere permessi o nulla osta come quando sembravamo una libera repubblica) tutti, dicesi tutti, i vostri movimenti: polizze, conti correnti, fondi pensione, carte di credito, gioielli e preziosi, cassette di sicurezza, libretti postali. Sapranno, con un clic, se è quanto avete pagato o incassato qualcosa e, soprattutto, che cosa: dalle biciclette alle bustine di lievito, dai preservativi alle riviste, dai regali per l’amante ai regali dell’amante. La vostra intera vita (che è ‘cifrata’ dal denaro se non ve ne siete accorti) sarà li, nuda, cruda e masticabile. Attraverso quei dati il microcosmo che vi ruota attorno e di cui siete l’epicentro non avrà più segreti. Nel momento stesso in cui accedete al credito o al debito (indispensabile per mangiare, dormire, evacuare, vestirsi e persino accoppiarsi) voi sarete ‘visti’ da questa entità sor(vegliante) e buona, animata dalle migliore intenzioni come il barbuto Javeh che terrorizzava i bambini del catechismo di un tempo. Niente più polvere sotto il tappeto. Tuttavia, non sentitevi vulnerabili e traditi, non è il caso. I responsabili del Sid (sistema di interscambio dati) dicono che tutto ciò è a prova di privacy. Ah ecco, allora siam tranquilli, ma chi, di grazia, avrà accesso al nostro insignificante e ‘polveroso’ vissuto? Solo venti persone, in tutta Italia. Due decine di anonimi burocrati potranno spiarci dal buco della serratura se, come, quanto e quando vorranno. Non eletti, non conosciuti, non lottizzati. Un pantheon di voyeur vigilerà sulla rettitudine fiscale e contabile del popolo. E va bene così perchè se siete contrari vuol dire che avete qualcosa da nascondere. Che non si sappia se no i nuovi khomeyni si incazzano.
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