La vicenda di STX-Fincantieri è fenomenale per diversi motivi. Oltre a rappresentare la dimostrazione plastica dell’ignoranza italiana sul piano negoziale, della inettitudine dei nostri vertici alle transazioni su vasta scala, della pochezza culturale di una nazione che non ha mandato a scuola di strategia e tecnica della comunicazione i suoi presunti leader, ci ha insegnato anche altro. Per esempio, che l’Europa Unita si regge su una serie di monumentali bugie. Ne citiamo alcune a caso: il rispetto delle regole, la libera concorrenza, il divieto degli aiuti di stato, la lotta agli egoismi nazionali. Pensate a quante volte la massa ha ascoltato questa parure di stronzate in bocca a dotti opinionisti o a politici ammaestrati: ad nauseam. Così tante volte da persuadersi – la massa – che l’Europa è buona e fa bene perché: a) impone il rispetto delle regole (‘sopravvoliamo’ su quali regole, per carità di patria); b) favorisce la concorrenza libera (‘sopravvoliamo’ sul concetto di ‘libera’ che ci vien da ridere); c) vieta gli aiuti di Stato (‘sopravvoliamo’ sul perché gli aiuti di Stato siano sporchi e cattivi, sennò si allarmano i Mercati); d) combatte gli egoismi nazionali (‘sopravvoliamo’ anche sull’applicazione di una categoria morale – l’egoismo – agli Stati, altrimenti Machiavelli si rivolta nella tomba). Nel caso STX, Macron ha violato ciascuno di questi comandamenti scolpiti nella testa di cartapesta dei sovrani di Bruxelles. Nell’ordine: a) non ha rispettato le regole del liberismo comunitario: infatti, ha nazionalizzato i cantieri di Saint Nazaire; b) se ne è sbattuto del divieto di interferire con la ‘libera’, propedeutica e taumaturgica concorrenza nell’area euro: infatti, dopo aver nazionalizzato un’azienda già decotta, ha alterato l’equilibrio domanda & offerta (cristallizzato nell’accordo italo-corano con il pacchetto del 66% a favore dello Stivale); c) ha, di fatto e di diritto, aiutato la STX a restare a galla col salvagente bianco- rosso-e-blu nel malmostoso oceano della competizione globale; d) ha dato mostra di un super-ego personale e, soprattutto, nazionale: infatti, alla faccia delle patetiche dichiarazioni di Palazzo Chigi sulla solidarietà inter europea competitiva su scala globale, ha preteso che l’un per cento della fragilissima maggioranza italiana fosse, in realtà, graziosamente prestato dalla Francia con facoltà di revoca. E allora come la mettiamo? La mettiamo che ci stanno prendendo per il naso almeno dal 1989, da quando Kohl e Mitterand stabilirono di spartirsi l’Europa senza combattere le guerre distruttive dei decenni precedenti. La mettiamo che il commissario europeo per la concorrenza (tal Margrethe Vestager) – nello sbrigare il porco lavoro per cui la stipendiamo – tira siluri se c’è da bacchettare l’Italia e schiaccia pisolini se c’è da sanzionate la Francia. Ma i nostri capataz che sono furbissimi e hanno capito tutto sapete come li ripagheranno adesso, i cugini? Lasciando al colosso francese Vivendi la maggioranza di Telecom (un’azienda strategica per la sicurezza nazionale) senza esercitare alcun serio veto. Dimostrando così di saper volare alto, oltre le miserie dell’egoismo nazionale. Perché, nel mondo globalizzato, funziona così: ci sono quelli che sopravvivono e quelli che sopravvolano.
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