State molto attenti, e molto in campana, agli sviluppi della politica europea prossima ventura. Se siete tra coloro che hanno vissuto i giorni bui del Novecento con la guerra e le dittature nere e rosse e poi la rinascita e il boom e avete poi goduto di quelli che restano, a mio giudizio, i più begli anni della nostra storia recente (dai Cinquanta agli Ottanta, grossomodo) chiamatevi fortunati. Non avrete modo di toccare con mano l’avvenire che avanza e questo confortevole pensiero dovrebbe cullarvi la sera nel dormiveglia e conciliarvi il sonno. Infatti, la formidabile stretta di una serie predeterminata di giri di chiave ci sta rapidamente relegando nel sogno di quelli che gli imbecilli addomesticati di oggi chiamano i padri nobili di ieri. Nasceranno gli Stati Uniti d’Europa. E nasceranno in virtù di alcune ben calibrate, e meditate, circostante. Intanto, l’eliminazione del dissenso attraverso la creazione di opportuni steccati ideologici all’interno dei quali confinare tutte le offerte politiche non prone alle esigenze della Matrice. Una volta che i voti dei populisti, dei sovranisti, dei qualunquisti, dei ribellisti sono stati concentrati in poche sacche di resistenza, per di più l’una contro l’altra armate, il gioco è fatto e il risultato raggiunto. Ciò che resta sul tappeto sono partiti e movimenti apparentemente schierati in posizione di reciproca ostilità. Da noi abbiamo: centrodestra, centrosinistra e movimento 5 Stelle. Ce ne hanno regalati addirittura tre, perché siamo italiani, un po’ riottosi, un po’ eccentrici e cialtroni e così è più facile irregimentarci. Gli eleggibili, in ogni caso, hanno ricevuto (dall’alto) un mandato non ricusabile: assecondare ciò che non può essere evitato e cioè la liquefazione sovranazionale delle residue velleità di autogoverno. Il vigente sistema elettorale è studiato apposta per non far vincere nessuno affinché, chiuse le urne, tutti o quasi si accordino per la seguente pantomima: un gruppo detto maggioranza farà finta di aver vinto le elezioni per obbedire poi agli ordini dell’Europa; l’altro, detto minoranza, farà finta di opporsi per sottomettersi poi ai diktat dell’Europa. Intanto, due delle più repulsive incarnazioni del Progetto totalitario in divenire, Merkel e Macron, ci ricordano che “non c’è alcuna differenza tra i diversi paesi” e che loro due hanno “un grande progetto per l’Europa che riguarda ciò che è necessario perché l’Europa abbia più fiducia in se stessa e porti fiducia a se stessa e ai suoi cittadini”. Questa coppia è la prima di una lunga lista di consoli che ci domineranno per interposta persona nei decenni a venire. Il senso di umiliazione e di sconforto, all’idea di aver svenduto così, senza neppure combattere, da inermi burattini, le nostre libertà costituzionali, la nostra dignità di popolo e la nostra coscienza civica, è una ferita bruciante. Quando eravamo bambini c’erano quelle barzellette che cominciavano dicendo: c’è è un francese, un tedesco e un italiano. Alla fine ne usciva vincitore, sempre e comunque (perché più furbo e intelligente) l’italiano. Erano solo barzellette, appunto.
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