La riforma fiscale di Trump si basa su un assunto tipico della tradizione della destra liberale, economicamente parlando. Essa giustifica un apparente, e anche sostanziale, ingiustizia (e cioè il taglio del peso fiscale a beneficio di chi è più ricco) in questo modo: se tagliamo le tasse ai più ricchi, anche i più deboli ne trarranno beneficio. Infatti, i ricchi daranno meno soldi all’erario, ma quegli stessi soldi li reimpiegheranno nel mercato. Ci sarà un aumento dei consumi, le imprese inizieranno a lavorare macinando utili come turbine nucleari, assumeranno personale, toglieranno i disoccupati dall’inerzia dell’ozio e così, in virtù di un effetto domino inarrestabile, quello che lo Stato perderà in entrate fiscali sarà ripagato in abbondanza dalla ripresa, dal rilancio della crescita, dall’incrementata competitività del sistema. Dite che queste scuse le avete già sentite, che non vi suonano nuove? E dite bene, credetemi. Infatti, sono il cuore pulsante del Paese della Cuccagna in cui avete la fortuna di abitare. Si chiama Europa, giusto? L’Europa si regge proprio su tale impianto politico-economico ultraliberista. E di questa mentalità sono letteralmente imbevuti, come spugne, soprattutto i partiti e movimenti della gauche continentale. Ecco perché – se fate una ricerca sulle parole più utilizzate dai leader della sinistra europea degli ultimi vent’anni – trovate sistematicamente le seguenti: crescita, consumi, competitività, ripresa. Quindi la sinistra è diventata destra? Assolutamente sì, ma a sua insaputa, per così dire. Un po’ come quei politici della prima repubblica (ma anche della seconda) ai quali qualcuno pagava la bella vita o la bella casa senza che loro ne fossero informati. Per avere una conferma esemplare di siffatta evidenza, basta guardare agli arcinemici di Donald Trump: Barack Obama e Hillary Clinton. Politici sedicenti di sinistra, venerati dalla sedicente sinistra nostrana: qual era la loro ricetta? Cosa avrebbero fatto, al posto di Donald, posto che Donald ha smantellato la mitica riforma sanitaria nota come ‘Obama Care’? Avrebbero mantenuto e ampliato l’Obama Care, che diamine! Bene, e in cosa consiste l’Obama Care? Se fosse una vera riforma di sinistra, esso comporterebbe l’istituzionalizzazione di un sistema sanitario pubblico con prestazioni sanitarie gratuite e di qualità per tutti i cittadini (soprattutto i meno abbienti). Eh no, amici miei. Troppo comodo. L’Obama Care si basa sull’obbligo, per tutti i cittadini, di munirsi di una polizza di assicurazione sanitaria privata così da abbassare il costo delle polizze per tutti. E così da precipitare tutti, indistintamente, nell’inferno della sanità ‘assicurata’ in cui ti curi solo se dimostri di averne diritto a dispetto dei mille cavilli di un contratto studiato apposta per impedirti di farlo. Viviamo in un mondo bizzarro; dovunque ti giri, comunque la metti, chiunque tu voti, la morale non cambia: solo i poveri piangono.
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