Siete proprietari di un appartamento condominiale e colui che, non avendo tempo nè energie per occuparvene, avete nominato da poco come amministratore dell’immobile, vi dice: ‘Sai cosa? Da circa vent’anni i tuoi amministratori pagano dieci per avere di ritorno cinque e, a malincuore, riconosco che io non mi sono sottratto a questo fraudolento andazzo’. Lo prendereste a calci in culo, immagino, se siete reattivi e collerici. Oppure lo invitereste con garbo a occuparvi degli affari suoi e a tenersi ben lontano dai vostri, se siete miti e ben educati. Qualcuno potrebbe biasimarvi? No di certo, anzi, vi chiederebbero perchè siete stati così stupidi da non dare una controllata ai vostri conti domestici per due lustri interi. E se anche l’amministratore vi rispondesse che lo avete nominato da un anno appena, gli rispondereste che non c’entra una beneamata mazza. Visti i conti, prima di farsi nominare e accettare l’incarico, avrebbe dovuto mettervi sull’avviso e impegnarsi solennemente e ripianare lo scandalo e a denunciarne gli artefici. Bene. Ora leggete e meditate nel vostro cuore questa notizia. Matteo Renzi, all’esito del suo muscoloso braccio di ferro con le burocrazie europee, ha commentato, tronfio, con mussoliniano sprezzo del ridicolo, il suo personale successo consistente nel piegare la schiena ai diktat di Bruxelles aggiustando il cosiddetto deficit strutturale dello 0,3%, cioè 4 miliardi e mezzo sottratti ai bisogni e allo sviluppo dell’italica gente: “L’Italia dà all’Unione Europea ogni anno 20 miliardi e ne prende indietro una decina, è un paese che ha forza e autorevolezza fuori discussione e non viene qui a prendere reprimende o lezioni, ma a fare la sua parte”. Ora, passato il comprensibile attacco di ilarità che vi avrà fatto scompisciare dal ridere, ponetevi una sola domanda: io che c’entro? E se c ‘entro, come c’entro?
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