Avete presente la parabola del buon samaritano? Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico eccetera eccetera? È una delle più amate in assoluto perché, immancabilmente, suscita un giustificato sentimento di ‘pietas’ nei confronti del poveraccio derubato e bastonato e di ammirazione verso il soccorritore prostratosi meritoriamente (cristianamente) in aiuto al moribondo. Ecco, quando Gentiloni ha annunciato ai quattro venti le nuove misure sul cosiddetto REI (Reddito sociale di Inclusione) contava proprio sull’effetto “Buon Samaritano”. E molti, scodinzolando, gli sono andati appresso: come è buono e bravo il nostro governo nazionale che pensa anche ai cittadini più poveri! In effetti, a furia di sorbirci misure a favore della grande finanza, dei banchieri banditi e dei sedicenti rifugiati, lo credevamo impossibile. E invece ecco il coniglio dal cappello proprio a fine legislatura. Il cappello sul coniglio lo ha messo, invece, un tal ministro Martina sostituendosi a Renzi su twitter con un messaggino gagliardo, da avanguardista: “Misura nazionale di lotta alla povertà. Ora avanti a rafforzarlo sempre più”. Fa parte del modello di narrazione renziana: se pensi di aver raggiunto un traguardo, devi fingere che non ti importa poi tanto perché sei già concentrato sul successivo; tipo Mussolini che teneva sempre accese le luci del palazzo per testimoniare delle sue notturne fatiche. Ma torniamo a un’altra “narrazione”, quella della parabola evangelica. Se veniste a scoprire che quel tale, soccorso dal Samaritano, era stato derubato e bastonato proprio da quest’ultimo, come la prendereste? La favola assumerebbe tutto un altro significato, giusto? Il Samaritano non sarebbe più buono, ma semmai cattivissimo, addirittura psicopatico o magari animato da perfidi secondi fini: vuol forse rianimare il povero disgraziato per poi bastonarlo daccapo? Oppure per renderlo schiavo? O magari per farsi guidare a casa sua onde depredarne pure la famiglia? Sia come sia, non tributereste un solo applauso al presunto eroe per aver messo un pannicello caldo sulle ferite della vittima. Ecco, l’attuale governo è proprio il Samaritano Cattivo. Perché la povertà contro cui esso apparentemente si batte è la stessa che il suo partito di maggioranza ha generato negli anni scorsi appoggiando, o addirittura guidando, tutti i precedenti esecutivi seminatori di miseria. Quelli responsabili, per intenderci, dei trattati europei cui l’Italia è stata impiccata nonché autori delle più perverse misure di austerity, dal “consolidamento fiscale” alla “distruzione della domanda interna” di cui Mario Monti mena vanto in una immortale intervista. E ora siamo qua a confrontarci coi nuovi poveri ai quali si promette una mancia umiliante. Questa è la parabola del buon samaritano aggiornata all’oggi. Una parabola ‘risintonizzata’ che – di cristiano – ha una cosa sola: i poveri cristi.
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