Piccolo vademecum per capire il futuro. Puntino numero uno: il Fondo Monetario Internazionale lancia l’allarme sul commercio mondiale, in contrazione costante, o comunque in aumento non allineato con le stime e le pretese di chi produce perché tu consumi. Anche la Cina ora rallenta e a Christine Lagarde fumano le orecchie. Puntino numero due: Piercarlo Padoan insiste su maggiore integrazione, minori barriere doganali, più competitività e quelli come lui invocano, a tal proposito, ancora più riforme strutturali, privatizzazioni e liberalizzazioni. Una volta lo chiamavano Washington Consensus ed è la ricetta criminale che ha ridotto il mondo alla Fiera dell’Ingiustizia attuale. Puntino numero tre: in Italia, ma in realtà ovunque, si punta alla riduzione del cosiddetto cuneo fiscale, cioè delle tasse e dei contributi che le imprese devono pagare ai lavoratori anche in vista della futura pensione. Significa meno costi per il capitale finanziario, oggi, in cambio di meno rendite per il capitale umano (e anziano) domani. Per ottenere un aumento degli occupati presenti, sacrificano le loro pensioni a venire. Puntino numero quattro: è in dirittura d’arrivo l’anticipo pensionistico contemplante un taglio anticipato dall’uno al quattro per cento per chi si congeda in anticipo. Esso sarà compensato da un indebitamento individuale con banche e assicurazioni i cui interessi saranno premurosamente garantiti dallo Stato per un costo oscillante tra gli 800 milioni e il miliardo. Ora unite i puntini e avrete il disegno complessivo, inevidente se osservato da troppo vicino, come ci costringono a fare: un ciclopico travaso di ricchezza e benessere e diritti sociali dai singoli cittadini ai grandi gruppi, con l’ausilio solerte di coloro a cui diamo il mandato elettorale di rappresentarci. In fondo, la matrice funziona in modo relativamente semplice: per aumentare gli utili di Paperone (cioè per sostenere i ritorni fantamiliardari degli investitori) ha bisogno di sgravi di costi. Per ottenere gli sgravi di costi deve fare le riforme strutturali, una formula pudica per indicare l’abbattimento del costo del lavoro e delle erogazioni pensionistiche. Onde scongiurare il collasso sociale, esso deve comunque garantire un minimum di sopravvivenza ai vecchi rottami umani non più usabili per implementare la crescita. Ed ecco il colpo di genio: Paperone presta a Paperino i denari che lo Stato non ha e se li fa restituire con gli interessi dal medesimo Stato che dovrebbe tutelare Paperino e, invece, fa da scendiletto a Paperone. È un meccanismo scientificamente studiato e oliato con cura per la rigenerazione ciclica e perpetua della iniquità sociale. Con zero difetti. Hanno soppresso persino quell’elemento umano che, nella canzone di Jovanotti, dovrebbe distinguerci dalle macchine e che potrebbe far rima con protesta e rivolta. Per comprendere quanto a fondo e quanto bene funzioni la lavatrice mediatica del cervello collettivo si noti quanto segue: ovunque, questa logica perversa si nutre dei voti, e dei programmi, degli elettori di centrodestra e di quelli di centrosinistra. Tutti persuasi che non vi siano soluzioni al di fuori di quell’unico schema di cui essi intravedono i puntini, ma non il disegno complessivo. Chiunque vinca, perde. Solo il banco vince sempre.
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