Ma c’è un business dietro la green brigade? Certo che sì, un business stratosferico, sufficiente a creare nei bilanci degli stati buoni e ossequienti alla dottrina di Al Gore buchi che, al confronto, quello dell’ozono è il foro di un calzino. Per dire, l’Australia, al fine di abbattere le emissioni globali di CO2 dello 0,0006 entro il 2020, spenderà 130 miliardi di dollari. Insomma, il terrorismo psicologico sul cambiamento climatico non è fine a se stesso, non ce lo instillano a gratis. Ha un prezzo molto salato che, ovviamente, pagheranno i bilanci delle nazioni virtuose a beneficio delle aziende private che, in modo lungimirante, pregustando ritorni a venti zeri, si sono messe in scia al mito collettivo del gobal warming e dei suoi sacerdoti facendosi trascinare come i cultori degli sci d’acqua da un motoscafo. In altri termini, un’intera platea di multinazionali ha già fiutato l’affare e si appresta a beneficiare dei contributi statali e degli investimenti pubblici che inonderanno il pianeta ben prima del paventato nuovo diluvio universale. Il che potrebbe anche essere una bella notizia se gli effetti ricadessero, a cascata, su un incendio vero. Ma se l’incendio è finto? Se, una volta riadattata l’intera cinghia di trasmissione dell’economia mondiale, ci accorgessimo che la temperatura continua a salire o che, addirittura, inizia a scendere a picco ben oltre i valori attesi, che ne sarebbe di tutti i fantastiliardi nel frattempo investiti? Puf, evaporati come gas serra in attesa della costruzione di un nuovo mito condiviso in grado di pascolare verso altri obiettivi le pecore del gregge. In tale contesto, è determinante chiedersi cosa può fare ciascuno di noi e l’unica risposta possibile è ‘approfondire’. Cioè andare a fondo delle notizie. Il sistema mass mediatico è concepito per veicolare news superficiali confezionate sotto forma di aspirine effervescenti. Le pillole hanno un effetto anestetico e, nel contempo, propedeutico. Ci abituano a introiettare determinate verità funzionali alle esigenze contingenti o strategiche della matrice. Così, senza accorgercene, finiamo per diventare dei portatori insani di supercazzole, tipo quella che bisogna impegnarsi tutti insieme per ridurre il riscaldamento globale. Quasi fosse scontato che c’è un riscaldamento globale in atto. Quasi fosse scontato che di questo riscaldamento siamo tutti responsabili in quanto membri della razza umana. In questa situazione è tutto scontato, tranne il prezzo che ci faranno pagare per risolvere un problema che, forse, non esiste.
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