Una delle questioni più imbarazzanti per i feticisti del controllo del debito, delle virtù dell’eurozona e di tutte le altre zuccherose meraviglie dell’austerity è la faccenda dell’inflazione. Pensateci bene. L’inflazione è l’arma letale con cui viene soffocato nella culla ogni minimo vagito vagamente populista. Se uno osa riproporre politiche keynesiane o manifestare nostalgia canaglia per una banca centrale prestatrice di ultima istanza o addirittura – bestemmia sovrana agli occhi degli anti-sovranisti – domandare perché diavolo lo Stato non possa semplicemente stampare moneta proprio come fa una BCE qualsiasi, allora scatta il riflesso condizionato, e rabbioso, del fiero europeista col ritornello incorporato: mi scusi, lei, ma come si oppone all’inflazione? Tipo l’antico adagio: ma il vecchietto dove lo metto? Praticamente, tutta la cultura economica universale si condensa oggi in una pillola liofilizzata di sapere multi-uso. Anzi, addirittura in una sola parola: inflazione!
Sennonché, i sacerdoti del culto si struggono nel vano tentativo di risolvere un dilemma. Non riescono a capire, né a spiegarci, come mai, negli ultimi anni, nonostante le vagonate di liquidità pompate dal nulla dai fabbri ferrai di Francoforte (sotto forma di LTRO, TLTRO o quantitative easing) l’inflazione non si sia alzata di una virgola. Addirittura, Draghi e il suo mitico board hanno tecnicamente fallito l’unico obbiettivo statutario: raggiungere, almeno, la dannata soglia del due per cento. Però, pensa che ti ripensa, e mobilitando i cervelli più fini delle loro sconfinate schiere di esperti, hanno trovato la quadra. Gli analisti di Pimco, un colosso degli investimenti finanziari d’oltreoceano, in un report subito rilanciato da Il Sole24 Ore, ha sintetizzato i ciclopici sforzi in una straordinaria scoperta: è colpa nostra, cioè dei cittadini europei, e in particolare dei cittadini europei in quanto mediamente troppo anziani. Infatti, il vecchietto ha una propensione al risparmio eccessiva. Anziché dare aria al portafoglio e dilapidare il gruzzolo messo da parte in una vita di sacrifici preferisce tenerlo sotto il materasso per i tempi di vacche magre. Vale a dire questi.
Non solo: secondo questa analisi, gli anziani tendono – chissà perché – a protrarre sempre di più la loro carriera lavorativa; così più lavoratori anziani producono meno consumi. Quindi, riassumendo: siamo troppo vecchi, lavoriamo fino a tarda età e risparmiamo come formiche. Ecco spiegato perché l’inflazione non parte. Tutte le altre assurde ipotesi – tipo l’iniezione di migliaia di fantastiliardi nei mercati finanziari anziché nell’economia reale – sono state scartate perché irragionevoli. Volete scommettere che questa, invece, si farà strada tra gli opinionisti più qualificati degli organi d’informazione più autorevoli? Una volta, ma proprio tanti anni fa, si diceva, della grande stampa, che fosse il cane da guardia della democrazia. Oggi, è il cane da guardia dell’oligarchia finanziaria. Vuoi mettere la soddisfazione?
Francesco Carraro
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