Post

L’indipendenza è come il colesterolo

Tito Boeri ha dichiarato che è fondamentale garantire l’indipendenza dell’Inps dalla politica. È solo l’ultimo arrivato di una lunga schiera di personaggi, di istituzioni, di intellettuali persino, che potremmo contrassegnare con la dicitura di “indipendentisti”. Ci sono i “sovranisti” e i “populisti”, giusto? Perché allora non sdoganare questo nuovo termine (“indipendentisti”)? Proviamo a farne la fenomenologia, vi assicuro che scopriremo delle cose assai interessanti. Innanzitutto, cos’è l’indipendentismo, a cui gli indipendentisti si rifanno? È una teoria non esplicitata pubblicamente da alcuna forza politica. Ciononostante, essa costituisce il presupposto ideale, anzi la pre-condizione ideologica, di moltissime delle riforme istituzionali, delle trasformazioni giuridiche e persino delle vicende di cronaca politica  degli ultimi anni.

Pensate a quante volte avete sentito, in tempi recenti, riflessioni simili a quelle di Boeri di cui in apertura: ci vuole una autorità indipendente, è necessario prevedere un Garante, va tutelata l’indipendenza della Banca Centrale. la reazione del cittadino medio a questa autentica orgia di indipendenza, proposta a ogni piè sospinto e avallata dalle fonti più autorevoli, è sempre positiva. Come fai a opporti all’indipendenza?  Sarebbe come prendersela con la “libertà” o con la “giustizia” o con la “solidarietà”. Nell’udire il termine “indipendenza”, per una sorta di ancoraggio emotivo pavloviano, lo spaesato cittadino del mondo attuale sbava consenso. Certe tracce mnemoniche sono incancellabili e consolatorie: le guerre d’indipendenza da cui nacque l’Italia o l’indipendenza dei paesi del terzo mondo dal giogo coloniale o l’indipendenza che si conquista con la maggiore età. Eppure, nel caso di Boeri, della BCE, della Commissione Europea, e di tutte le altre situazioni di cui ci viene venduta come provvidenziale prerogativa la “indipendenza”, vale l’esatto contrario. L’INPS, come ente pubblico assistenziale, deve “dipendere” dallo Stato; i membri della Commissione europea, massimo organo esecutivo dell’UE, dovrebbero “dipendere” dal voto dei cittadini; qualsiasi Banca centrale del mondo dovrebbe essere “dipendente” dal Governo del suo Paese.

Per stringere, l’indipendenza è come il colesterolo: c’è quella buona e quella cattiva. L’indipendenza buona concerne l’autonomia di un individuo o di una collettività da ingerenze esterne. Ma quella che ci stanno vendendo, a dosi sempre più massicce e persino letali, è l’indipendenza di gangli vitali della cosa pubblica dall’unico soggetto titolare della cosa pubblica, in base a una logica squisitamente democratica, e cioè il popolo. Ecco perché gli “indipendentisti” post-moderni sono quasi sempre tronfi, ricchi e potenti.  Ecco perché si sprecano le dichiarazioni di indipendenza “cashmere & champagne”; perché è in atto, proprio ora, il più grande (e rapido) travaso di potere dal basso verso l’alto che la storia dell’uomo, e delle democrazie, ricordi. Tenetelo a mente quando sentirete qualcuno inneggiare all’indipendenza di un Organo, di un Ente, di un Istituto, soprattutto se pubblico. Significa indipendenza da voi.

Francesco Carraro

www.francescocarraro.com

Potrebbe Interessarti Anche

Nessun Commento

    Lascia un commento

    Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.