Caro Partito Democratico, sono un tuo elettore. Cioè, non proprio un elettore, perché ho appena undici anni quindi non posso votare, però, caro Partito Democratico, stai ben sicuro che, appena diventato maggiorenne, ti avrei votato perché mi piaceva un sacco il tuo simbolo. Quel PDI verde, bianco e rosso come la bandiera dell’Italia. Io tengo per te come per una squadra di calcio, capiscimi, e il papà, che una volta era comunista, mi ha raccontato di tutte le partite che abbiamo perso e delle poche che abbiamo vinto, negli ultimi vent’anni. Comunque, io ho capito subito dove stavano i buoni e dove stavano i cattivi. I cattivi erano quelli di Forza Italia e il super cattivissimo era Berlusconi. Papà si commuove ancora al ricordo delle stupende vittorie del 1996 e del 2006 dove la Sinistra ha battuto la Destra. È stato come quando l’Italia ha mandato k.o. il Brasile con Paolo Rossi, capisci? Non poteva succedere e, invece, è successo. Adesso, però, non ci capisco più niente, caro Partito Democratico, ma il mio papà dice che sono un moccioso e non posso comprendere perché sono piccolo, ma quando sarò più grande avrò tutto chiaro. Lui torna a casa ogni sera più contento perché il PD sta facendo le riforme strutturali, ha eliminato una delle due camere, ha ridotto il numero dei parlamentari, e persino cancellato l’articolo 18. Io continuo a dirgli, a papà, che mi sembra tanto strano e non sono così sicuro siano delle cose di sinistra, queste qua. Ma lui si imbufalisce e mi manda a letto senza cena. Guai se gli tocco il suo nuovo mito, Renzi. Ha persino appeso il poster di Matteo nella sua camera. Però è successa una cosa che mi ha fatto scoppiare e l’ho confessato a papà, ieri sera. Berlusconi, il cattivissimo, ha detto in pubblico che Renzi, in verità, lo copia e realizza tutti i programmi del Cavaliere. Gli ho tirato la giacca, a papà, e gli ho detto: guarda che abbiamo sbagliato qualcosa, forse bisogna parlarne ai compagni. Che senso ha votare uno che fa le stesse cose che Berlusconi farebbe meglio? Il babbo ha replicato che sragiono non perché sono un bambino, ma perché sono deficiente e non capisco che i tempi sono cambiati e bisogna fare le riforme strutturali e, se non le fa la sinistra, chi le fa? Mi sono messo a piangere e ora son qua a scriverti che sarò anche un marmocchio, sarò pure deficiente, ma io non ti voterò mai. Ti dico addio, chiuso in castigo nella mia camera. Eh sì, nel mio appartamento abbiamo ancora due camere e, anche per questo, io resterò di sinistra, ma non ti voterò più.
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