L’altro giorno mi è capitato di sentire un noto intellettuale italiano, in una nota trasmissione di prime time, affermare che l’Italia non dovrebbe pagare il suo debito e portare ad esempio il costo scandaloso dell’acqua minerale a bordo dei treni. ‘Finché ci sono prezzi da latrocinio come questi perché dovremmo saldare il nostro debito?’ sbraitava, più o meno. Che dire? Preclaro esempio di come la nostra classe dirigente del pensiero, gli esponenti di punta dell’intellighentia dello Stivale non riescano a comprendere le radici del problema. Appena si imbattono in questioni chiave come il debito pubblico o la creazione del denaro vanno nel pallone. Lasciamo perdere i pochi (si spera) che glissano per malafede in quanto compromessi con il (o corrotti dal?) Sistema. Gli altri perché lo fanno? Per ignoranza. Semplicemente ignorano la scaturigine della madre di ogni problema, e anche di ogni soluzione: il denaro. Non sanno dove si crea, chi lo faccia, con che criteri e in forza di quale legittimazione. E così, i demiurghi della pecunia continuano a produrla e a prestarla (agli stati sovrani!) nell’ignavia indolente della massa tenuta all’oscuro. Del resto, se chi è pagato per pensare non ci arriva, o non ha scovato gli strumenti culturali per arrivarci, perché dovrebbero riuscirci tutti gli altri?
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