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LACRIME DI COCCODRILLO

coccodrilloStefano Fassina, già viceministro e responsabile economico del Pd bersaniano, giunge a sorprendenti, e condivisibili, conclusioni sugli autentici target del Job’s act renziano. Fior da fiore: ‘l’obiettivo vero del Job’s act è la libertà di licenziamento’ (vero); ‘questo Pd mi preoccupa perchè è sempre più in linea con gli interessi più forti’ (vero); ‘l’innovazione proposta da Renzi è solo un’illusione: l’illusione che svalutando il lavoro si possa generare crescita e impresa’ (vero). Tutto giusto, a parte l’individuazione del primo colpevole, che non è Renzi. Renzi è solo il terminator di una serie di scelte che, a cascata, ci hanno portato fin qua e di cui il Pd (in cui Fassina tutt’oggi milita) è stato mandante: dall’ingresso miope, se non cieco, nella moneta unica (con un cambio da vergognarsi) alla sottoscrizione  supina dei maledetti trattati, dall’accettazione incondizionata del mercato libero e senza barriere all’adesione al Mes, dall’inclinazione a novanta gradi alle ‘esigenze’ germaniche all’adesione a trecentosessanta alle logiche e ai bisogni della bancocrazia tecno finanziaria di Bruxelles, dal fiscal compact al rapporto deficit-pil. Non c’è un solo passaggio, per quanto idiota e antidemocratico, degli ultimi vent’anni, a cui il Pd non abbia dato l’avallo con zelante ‘liberalità’. Li avete mai sentiti alzare la voce contro la ‘mitica’ riforma Hartz del mercato del lavoro teutonico (musa ispiratrice del Job’s act e matrice di milioni di precari a gettone)? O contro il delirio del Mes o del Fiscal compact? O contro le macroscopiche attribuzioni delle istituzioni comunitarie non elettive e le loro potestà di interdetto e di veto nei confronti degli stati ‘sovrani’? Ci ricorda la favola di quel pastore di pecore che decise di allevarsi dei cuccioli di caimano e poi si stupì quando i crocodyles, fattisi i denti, gli divorarono il gregge. Fuor di metafora, Renzi è solo il più brillante esemplare di una nidiata che il Pd ha generato in provetta, alimentandone il credo e i valori e accorgendosi troppo tardi di quanto fosse cresciuto e di quanto, nel frattempo, fossero deperite le pecore. Chiaro che il cocco, uscito dalla vasca, la prima cosa che pensa è: “E mo’ me le magno”. Ma l’assassino, come sempre, non è il sospettato più ‘facile’, ma il maggiordomo. E il maggiordomo (dei poteri forti), caro Fassina, da almeno tren’anni è proprio il Pd.

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