Una volta – ma tanto tanto tempo fa davvero – un certo Marx scrisse che uno spettro si aggirava per l’Europa. Quello spettro, nelle intenzioni del filosofo di Treviri, era il comunismo fondato sul proletariato. Il proletariato è stato, per più di un secolo, lo ‘spettro’, inteso come spauracchio, babau, bestia nera del cosiddetto mondo occidentale libero, del capitalismo in espansione, del ceto borghese. Quello spettro spaventava tutti, tranne quelli che stavano a sinistra. La sinistra agitava quello spettro in faccia ai suoi avversari. Anzi, la sinistra finì per essere essa stessa, in forza di un processo di immedesimazione organica, lo spettro di chi non stava a sinistra. Oggi, per un caso straordinario di eterogenesi dei fini (dicesi ‘eterogenesi dei fini’ la conseguenza non voluta di un’azione voluta), siamo daccapo al 1848 e, come faceva il vecchio Marx, possiamo tornare a scrivere: uno spettro si aggira per l’Europa. Quello spettro è ancora una volta la sinistra, ma nel senso diametralmente opposto a quello immaginato da Karl il rivoluzionario.
La sinistra è diventata invisibile come uno spettro, trasparente a se stessa e agli altri. E, per di più, è uno spettro inoffensivo tipo il fantasma formaggino delle barzellette anni Settanta. Non solo non spaventa i suoi arci-nemici di un tempo, ma ne è divenuta un’alleata strutturale. Ancora una volta, un caso di immedesimazione organica: la sinistra di oggi, l’intero arco della sinistra, si è fatta destra, promuove politiche di destra, si commuove per un’agenda internazionale di destra. Laddove al termine ‘destra’ si dia l’accezione di parte ricca, potente e dominante dello scacchiere politico. Per dire, la sinistra odierna ha tra i suoi guru di riferimento un signore come George Soros, multimiliardario speculatore e fomentatore di finte rivolte popolari; ha tra i suoi campioni politici un esponente dell’elite ultra-capitalista come Macron, cresciuto a caviale e Rothschild; è corriva, in buona o in cattiva fede, con l’epocale fenomeno dell’immigrazione di massa gestita dai trafficanti di uomini e funzionale allo sfruttamento della manovalanza africana sub-proletaria e ‘migrante’.
Infine, la sinistra è attivamente, e proficuamente, impegnata nella destrutturazione definitiva di quel nucleo sociale di base che era (ed è) costituito dalla famiglia tradizionale da cui scaturiva l’unica risorsa di cui le classi operaie erano ben provviste: la prole. Ora, se ci muoviamo sul piano dialettico lessicale ‘classico’ di tale contrapposizione (poveri vs ricchi, deboli vs forti, sfruttati vs sfruttatori) possiamo pervenire a una inconfutabile sintesi. L’abusata contrapposizione tra destra e sinistra ha smesso di avere un senso compiuto per mille motivi, ma principalmente per uno: la sinistra si è fatta destra. Quindi, essa è oggettivamente inutile, in quanto assolve a un compito che la sua controparte tradizionale svolge benissimo da sola. Salvo, forse, sul piano propagandistico: consente alla destra di fare politiche di destra spacciandole come trovate di sinistra applaudite da sinistra. Lo ha capito, ormai, persino il popolo della sinistra che comincia a prendere le dovute contromisure nell’urna. Ma non lo hanno ancora capito i dirigenti e gli intellettuali di riferimento della sinistra. Come il famoso marito cornuto, saranno gli ultimi a scoprirlo.
Francesco Carraro
www.francescocarraro.com
Nessun Commento