Quando Berlusconi dichiara che Mario Draghi sarebbe un ottimo Presidente del Consiglio bisogna fare non uno, ma almeno dieci passi indietro. Come quando ti trovi davanti a una orripilante manifestazione della creatività bacata di uno pseudo artista di arte concettuale cosiddetta contemporanea. Tu sai che quella specie di obbrobrio fa schifo, lo intuisci in virtù di quella sensibilità estetica latente in ogni essere umano, eppure tutti continuano a dirti che – per quanto ti paia una merda – quella cosa è una merda d’artista. E dunque vale, eccome se vale: migliaia, anzi milioni di talleri. Allora, per venire a capo dell’enigma, ti tocca provare una visione d’insieme, fare – per l’appunto – non un solo passo indietro, ma parecchi e non soltanto da un punto di vista spaziale (per guardare il mostro da un’altra angolatura), ma culturale e intellettuale. Detto questo, torniamo al memorabile aforisma di Berlusconi: Mario Draghi sarebbe un ottimo Presidente del Consiglio. Il tema non è la persona, ma l’istituzione, quindi non dobbiamo focalizzarci sull’uomo quanto piuttosto sulla sua carica. Dire Mario Draghi o Jean Claude Trichet o Ben Bernanke sarebbe lo stesso. Parliamo del Presidente della BCE o di quello delle Banche Centrali di qualsiasi altro paese organizzato secondo il modello banco-centrico ‘privato’ proprio di parecchie sedicenti democrazie occidentali. Ebbene, il ruolo in questione è la quintessenza del sistema bancario e il sistema bancario trae linfa da un’esoterica catena di misteri che principiano da talune domande impronunciabili: di chi è la moneta? Chi la fa? E perché colui che la fa, può farla? Quale controvalore la garantisce? Come mai, episodicamente, in periodi di penuria di quattrini, il denaro erutta a vampate dalla bocca spalancata dei Draghi? Cos’è davvero il quantitative easing e perché i suoi frutti proibiti li assaggiano solo le banche e mai i cittadini? In tali amletici dubbi, scansati come il colera dai media di massa, si annida la madre di tutte le magagne. Ma nessuno li affronta. E nessuno chiede conto a Draghi, e ai suoi pari, di certi occulti poteri e di come e perché la loro casta, sfuggente a ogni legittimazione, sia la sola davvero intoccabile, proprio come la scaturigine dei soldi. Ovunque ti volti, silenzio. Come se la genesi del denaro non esistesse; e se anche esistesse, non bisognerebbe parlarne; e se pure si dovesse parlarne, bisognerebbe mentire al riguardo. Il denaro c’è e tanto basti. È come il Dio di Sant’Anselmo d’Aosta e di Cartesio. La prova della sua esistenza risiede nel fatto che un essere perfettissimo come Dio non sarebbe perfetto se non ci fosse. Ergo, c’è. Idem dicasi per l’arcano maggiore del potere di batter moneta. La prova del nove che chi lo detiene se lo deve tenere perché è indipendente, super partes e migliore di noi per definizione sta nel fatto che, in caso contrario, saremmo un popolo bue ingannato da sempre. Siccome non lo siamo, le banche centrali sono le uniche istituzioni sane di un sistema marcio. E i loro governatori? Sarebbero eccellenti Presidenti del Consiglio.
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