C’è uno scrittore francese, Christian Salmon, autore di un saggio di successo, La politica nell’era dello storytelling, che ha descritto come nessun altro la caratteristica precipua del Potere nell’Evo Competitivo. Il pensiero di Salmon può tradursi come il disvelamento dell’impotenza del Potere e il suo merito straordinario è quello di aver messo a nudo ciò che accomuna quasi tutti i leaders dei grandi paesi protagonisti dell’odierna deriva mondiale: economica, morale, civile. Il minimo comun denominatore che affratella Obama a Berlusconi, Hollande a Renzi, Tsipras a Cameron è il fatto che i loro ruoli sono stati scarnificati da ogni prerogativa propria degli autentici sovrani, in primis quella di presumersi detentori della politica monetaria e difensori della integrità territoriale del loro Stato. Oggi, i nuovi valvassori dell’Evo Competitivo non competono più dall’alto di una titolarità di potere effettivo, esercitabile effettivamente e quindi effettivamente temibile. Sono, invece, gli attori di scena di uno spettacolo il cui copione è scritto altrove. Resistono sul proscenio del Mondo fintantoché scandiscono senza reticenze o balbuzie il verbo della società globale: concorrenza, competitività, finanza. La globalizzazione dei Mercati, accompagnata all’appetito bulimico e onnivoro delle nuove tecnologie fanno sì che i Signori cui ci illudiamo di aver affidato le chiavi del nostro castello non sono i veri castellani, ma semplicemente i giullari di corte, chiamati a cantare, ogni sera, una storia per allietare lo spirito ai re. Lo storytelling, l’arte del racconto di cui parla Salmon, consiste proprio in questo. Perso lo scettro, i capi di governo, mantengono giusto nacchere e sonagli per raccontarci un mondo che non c’è ma che, per esigenze di copione, i tenutari del bordello globale vogliono sia proiettato nello schermo conscio e inconscio dei sudditi. Perciò oggi trionfano autentici fuoriclasse della fiaba come il Barack del yes we can e il Matteo della svolta buona. In una recente intervista, Salmon ha dichiarato: “Matteo Renzi agisce da uomo dell’era post politica, appartiene alla generazione di coloro che, privi di sovranità, debbono, come Sisifo, spingere il masso con la sola forza della comunicazione”. Niente da aggiungere quando uno è capace di dire in due parole tutto ciò che c’è da sapere sul governo non solo meno legittimato, ma anche meno politicamente dotato della nostra storia patria. La buona sola.
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