Gira, on line, un appello dal pomposo titolo “Intellettuali di tutto il mondo, unitevi!” che riecheggia il celebre grido di battaglia del Manifesto di Marx declinandolo in chiave intellettuale, appunto, forse perché quella proletaria è defunta del tutto. E tuttavia, a leggerlo bene, l’appello, se ne ricava l’impressione che – se i proletari sono morti – anche l’intellighenzia (la nostra in particolare) non si sente tanto bene. Aldilà delle dotte citazioni, il nocciolo duro di questa sorta di tazebao del terzo millennio è il richiamo a una cultura che sia in grado di considerare l’uomo come fine e non come mezzo. L’evocazione del celebre, e celebrato, pilastro portante dell’etica kantiana si accompagna, poi, a una livorosa presa di distanza dall’attuale compagine governativa e in particolar modo dalla sua componente leghista e salviniana. Definita, quest’ultima, come la peggiore delle destre, razzista e violenta, e tale da mettere in discussione le grandi conquiste culturali del secondo dopoguerra: la cooperazione internazionale, la democrazia, l’integrazione, la tolleranza.
Quindi, conclude il documento, gli intellettuali devono “mettersi insieme” per far riconquistare agli studenti il senso profondo della parola “uomo”, la sua dignità e il suo valore in quanto prioritari e centrali in ogni ambito: politico, economico, culturale e sociale. Ora, si può non essere d’accordo con un’esortazione del genere? Evidentemente, no. Aldilà delle gratuite, sprezzanti (e palesemente infondate) accuse al Ministro dell’Interno, tutto il resto, è più o meno, condivisibile. Una rivoluzione umanistica è proprio quello che ci vuole. E allora, andrebbe firmato l’appello? Assolutamente no, perché, se è apprezzabile nelle conclusioni, esso è del tutto carente nelle premesse. Infatti, il vero nemico di ogni intellettuale “sveglio” dovrebbe essere la deriva mercantilista, materialista, consumista, relativista della società europea – e in particolar modo delle sue istituzioni –, non un inesistente pericolo di nuovi totalitarismi similfascisti. Il vero totalitarismo ce l’abbiamo già in casa, solo che si aggira per l’Europa (e per il mondo) sotto le mentite spoglie di una asserita democrazia tollerante e inclusiva. È il totalitarismo ordo-liberista della preminenza assoluta del Mercato e delle Borse sulle donne e sugli uomini. Una nuova forma di brutale dominio dei forti sui deboli, dei ricchi sui poveri.
Viene esercitato attraverso meticolose strutture giuridico-istituzionali (prima ancora che economiche) scrupolosamente pensate per tutelare i profitti di pochi a danno del benessere dei popoli; nonché la tutela degli interessi dei grandi prenditori, e prestatori, di denaro a danno della dignità e solidarietà umane, cuore pulsante della nostra Costituzione. Questo sistema, tecnicamente mafioso e antiumano, ha sulla coscienza la morte di migliaia di persone: lavoratori suicidi vittime della lupara bianca dello spread e dei dannati patti di stabilità e crescita. Dov’erano molti, troppi, degli intellettuali cui si rivolge l’appello mentre tutto questo avveniva? Non c’erano? O, se c’erano, dormivano? Dove sono le loro petizioni e le loro denunce? Di sicuro non è dal loro sonno, complice e corrivo, che partirà – quanto partirà – una nuova rivoluzione. Le donne e gli uomini di domani hanno bisogno di ben altri maestri. Speriamo che siano alle porte.
Francesco Carraro
www.francescocarraro.com
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