I robottini sempreimpiedi sguinzagliatI dal Partito Democratico Italiano ci ammoniscono a votare SI al referendum perché – anche nel chiuso della gabina elettorale – la Dea Europa, Junker e i ventotto sacerdoti ci vedono. Uno dei mantra incistati nei loro circuiti neuronali è il seguente: semplificare, velocizzare, ammodernare. Qualche militante cibernetico, con i chip al silicio più capienti della media, riesce pure a cimentarsi in svolazzi poetici tipo: porteremo l’Italia nel futuro. Non gli basta aver incenerito il recente passato, spruzzandoci sopra il napalm della loro micidiale innocenza, capite? No, vogliono pure portarci nel futuro, come Michael J. Fox nel film cult di Robert Zemeckis. Ma poco importa, restiamo sul pezzo. La semplificazione, dicevamo. E la velocizzazione. La riforma costituzionale rende la governance dell’Italia più semplice e veloce, dicono. Okay, se vi capita di ingaggiare una disputa dialettica con uno di questi cloni, potreste uscirne alla grande leggendogli un testo da essi ignorato perché mai letto (se mai l’avessero letto, non l’avrebbero capito): la riforma costituzionale boscorenziana. Ecco la strategia in due mosse: a chi vi blatera di velocità nell’approvazione delle leggi, fate presente che la media dei tempi di approvazione in doppia lettura (il famoso bicameralismo pesante e farraginoso) dei disegni di legge governativi è stata di poco più di due mesi nel 2015, poco meno di due mesi nel 2014 e addirittura meno di tre settimane nel 2013. Quanto ai tempi di conversione dei decreti legge, siamo già nell’arena di Speedy Gonzales: meno di tre settimane nel 2015, due settimane giuste nel 2014, meno di due settimane nel 2013. Ergo, di cosa stiamo parlando? Già ora, senza la deforma costituzionale, la democrazia è andata a farsi fottere: bastano dieci giorni lavorativi a un governetto blindato – benché non legittimato dal voto – per dettare legge (letteralmente) su tutto. Ma ai veri padroni del vapore mica basta. Dopo la ciccia, vogliono anche le ossa del cadavere italico. E lo vampirizzano con la presunta semplificazione. Se mai incontraste uno gnomo parlante, fategli vedere la differenza – in termini di semplicità linguistica, semantica e sintattica – tra l’articolo 70 vecchio testo della Costituzione (9 parole) e l’articolo 70 nuovo testo (440 parole). Quanto ai sistemi di approvazione della legge, rammentategli il passaggio da un solo sistema (la doppia lettura, appunto) a dodici sistemi differenti concepiti con la perversa e pedante acribia di un mastro di palazzo bizantino. Ma allora sorgono due domande. Primo: perché negano l’evidenza dei fatti? Secondo: perché hanno elaborato un sistema così complesso? Rispondiamo, intanto, alla prima. Negano per lo stesso motivo per cui sono convinti di essere iscritti a un partito democratico della sinistra italiana. Molto banalmente, così gli è stato riferito oppure lo hanno letto su qualche elzeviro di Repubblica o del Corriere. Ovviamente, qui stiamo parlando degli apostoli inviati a diffondere il Verbo negli studi televisivi, non dei messia che quel Verbo hanno articolato sotto dettatura. I primi non si pongono il problema, i secondi se lo pongono e non lo comprendono. I primi eseguono un in-put, i secondi mandano il paese a-putt.
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