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Il veto anziano sul voto anziano


Si parla tantissimo di fake news non tanto perché le balle siano aumentate di numero, quanto perché è diventato sempre più difficile distinguere una fake (falsa) da una news (vera). Nel senso che le news fanno a gara per superare – come tasso di assurdità – le fake. Per esempio, non saprei cosa credere se mi dicessero che uno del PD ha proposto di concedere il diritto di voto agli immigrati e di toglierlo agli italiani, o che una di LEU vorrebbe riconoscere un valore doppio al voto femminile rispetto a quello maschile, o che il quotidiano dei vescovi Avvenire invoca il voto dei bambini o che Grillo, il guru de noantri, sogna di toglierlo agli anziani. Se ci pensate, si tratta di quattro cazzate atomiche. Qualche anno fa non avremmo avuto dubbi, in proposito. Sono, ovviamente, dei pesci d’aprile, se è il primo di aprile. O delle barzellette, nei restanti trecentosessantaquattro giorni dell’anno. Forse avrebbero fatto anche ridere, di certo non ci avremmo minimamente creduto. Ma oggi è diverso.


Oggi, ciascuna delle stronzate anzidette potrebbe essere vera. E sapete perché? Perché sono saltate per aria la logica, la razionalità, il buon senso e la normale attitudine al pensiero critico. E sono venuti meno anche quei “filtri intermedi” – rappresentati dalle scuole di partito e dalla gavetta della politica politicante – buone a selezionare politici in grado di far funzionare in modo mediamente decoroso il cervello. Cosicché, di minchiate, ne sentiamo di tutti i colori, dalla mattina alla sera, e pronunciate con ineffabile seriosità persino dai leader di partito o da testate giornalistiche autorevoli. E infatti, due delle proposte di cui sopra (quella di Avvenire e quella di Grillo) sono vere.


Merita una riflessione soprattutto quella del Grande Padre della patria a 5 stelle, vista l’influenza ben superiore esercitata dal suddetto in confronto alle penne della curia, verso le quali abbiamo perso da un bel po’ ogni fiducia. Ora, bastano cinque minuti di concentrazione per rendersi conto dell’enorme risibilità della sua pensata; ma i cinque minuti richiedono cultura e capacità di analisi, per cui dobbiamo sforzarci di essere clementi con chi non ci arriva. Oppure, è sufficiente rileggere la Costituzione per evitare di dar fiato invano alla bocca: la democrazia è tale perché attribuisce a “tutti” i cittadini maggiorenni uguale dignità senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (vedansi gli articoli 3 e 48 della Carta). Ma Grillo ti risponderebbe d’istinto, e di genio: non c’è mica scritto “senza distinzioni di anagrafe”. Cosa gli vuoi dire, a uno così?
Ma c’è di più: a ben vedere – e a voler a tutti i costi essere selettivi in base a una logica oligarchica – sono proprio i vecchi, mica i giovani, a meritare più di altri il diritto di voto. Non foss’altro perché hanno un’esperienza della vita, una conoscenza delle cose e una prospettiva della storia (passata, e quindi futura) sicuramente più lucida, e proficuamente disincantata, se paragonata a quella giovanile. Non solo: gli anziani, per natura, sono portati a preoccuparsi del futuro (dei propri figli e nipoti) molto più degli adolescenti, spesso spaesati e disorientati rispetto a una complessità che non riescono, per limiti congeniti, a decifrare.


Infine, un qualsiasi sofista (ammesso, e non concesso, che i vertici del Movimento conoscano, oltre a Rousseau, anche Gorgia e Protagora) potrebbe obbiettare: se gli anziani non sono in grado di votare giacchè inabili a occuparsi del futuro, perché diavolo dovremmo valorizzare l’idea avveniristica di un ultrasettantenne al quale già da un pezzo avrebbe dovuto essere tolto (secondo questo schema) il diritto di voto? Siamo già ben oltre il grottesco. Ma siccome al grottesco non c’è mai limite, andatevi a leggere cosa ne pensa il premier Conte della sparata sulla “morte civile” dei vecchi. Egli ha commentato, testuale, che bisognerà consultare “i sondaggi”. Dite che anche questa – per di più pronunciata da un professore di diritto – è troppo improbabile per essere vera? Sbagliato: è assolutamente vera proprio perché è incredibilmente improbabile. Chef Alessandro Borghese la chiuderebbe così: voto alla proposta sul veto agli anziani dell’anziano Beppe Grillo? Zero.


Francesco Carraro

www.francescocarraro.com

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