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IL CARTONE INANIMATO

obamaFischia ragazzi! Che scoop. Il presidente uscente Barack Obama, paladino della libertà e democrazia per tutti (gli yankee) ha fatto una scoperta sconvolgente. E, da intemerato, vigoroso propugnatore della trasparenza universale e del principio dell’autodeterminazione dei popoli, l’ha denunciata in zona Cesarini. Pare, dico pare, ci sia una potenza mondiale che, in spregio del rispetto per il voto indipendente della nazione americana, ha brigato attraverso i propri hacker prezzolati per favorire l’elezione di Donald Trump a discapito della Giovanna d’Arco del nuovo millennio, altrimenti nota come Hillary Clinton. Pazzesco, da non crederci, ma vi rendete conto? Siamo nel ventunesimo secolo e c’è ancora chi fa delle simili porcherie. Non è accettabile, hanno deciso la CIA e l’FBI. No, che non è accettabile, ha convenuto Barack. E così ha presentato un esposto alla Procura della Verità Universale e forse si è guadagnato anche un altro premio Nobel. Per l’improntitudine. Sapete, poco prima del rinfresco d’addio, nella stanza ovale, i massimi esponenti dell’intelligence a stelle e strisce hanno bisbigliato al Pater patriae altri terribili segreti. Pare, dico pare, che nel 1973 una potenza mondiale abbia cospirato, sotto l’occhiuta regia del proprio Segretario di Stato, per rovesciare il Presidente democraticamente eletto del Cile, Salvador Allende, e insediarvi, al suo posto, uno spietato dittatore di nome Pinochet. E pare, dico pare, che qualche anno dopo molti generali golpisti argentini, di quelli responsabili della tragedia dei desaparecidos, siano stati premiati con posti di lusso al vertice di grandi corporations della medesima potenza mondiale. Ma pare, dico pare, che esponenti di spicco dell’esercito e dei servizi segreti di tale superpotenza siano stati implicati nel genocidio delle popolazioni Maya del Guatemala nei primi anni Ottanta. Obama, a sentir ciò, è impallidito. Ma non è finita qui. La sua intelligence avrebbe scoperto di più e di peggio. Pare, e dico pare, che questo stato canaglia abbia supportato la brutale dittatura di Anastasio Somoza in Nicaragua, negli anni Settanta, e armato e addestrato le forze governative della dittatura militare in El Salvador fino al 1992, di quella di Hugo Banzer in Bolivia, di quella di Alfredo Stroessner in Paraguay. A Barack è andato di traverso il pasticcino e gli è ridiscesa la lacrima appena tamponata mentre commuoveva il mondo descrivendo le virtù muliebri di Michelle. Soprattutto quando ha saputo che, addirittura, la medesima pre-potenza avrebbe negli ultimi venticinque anni invaso due volte l’Irak e una l’Afganisthan con la scusa di esportare la democrazia. Per non parlare della Libia. Obama, fremente di rabbia, ha stretto i pugni e ha garantito che se avesse saputo – Dio, se avesse saputo prima! – non l’avrebbe fatta passare liscia ai responsabili di tali inqualificabili crimini. Purtroppo, ha finito il mandato, adesso deve occuparsi d’altro. Una volta qualcuno mi ha chiesto, scherzando: ma secondo te Obama esiste davvero o è un cartone animato? Opterei per la seconda, gli ho detto. Avrei solo qualcosa da ridire. Non sul sostantivo, ma sull’aggettivo.

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