Ma guarda te che strano, non l’avremmo mai detto. A pochi giorni dal referendum sulla cosiddetta Brexit si scatena il panico nei mercati. Le borse crollano (Il Sole 24 Ore dixit), i bund sono ai minimi storici (sempre fonte dell’Oracolo di Delfi: avete Sole 24 Ore) e, udite udite, si scatena la corsa ai beni rifugio (ancora una volta lui, il Re Sole 24 Ore, interprete unico e accreditato delle voglie degli dei). Mamma mia che paura, ieri notte non ho dormito. Se lassù nell’Olimpo le divinità se la fanno sotto, allora vuol proprio dire che la Brexit è una robaccia estremista, repellente e infingarda. Però mi coglie un deja vu. Posto che mi sono convinto all’istante a patrocinare la causa della permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea (mica voglio finire sotto un ponte), mi è sembrato come di ri-vivere delle esperienze già fatte, ma proprio uguali, identiche sputate. Tipo quando, nel 2011, a tutti gli dei, e ai loro accoliti, stava sui maroni il Silvio nazionale e il differenziale btp-bund schizzò a cinquecento punti base. Sapete com’è, così per caso, lo spread passava di là, ha dato uno sguardo di qua e si è eccitato come il randello di Ercole davanti alle gioie di Venere. E il Sole 24 Ore immediatamente titolò contro il governo cornuto disubbidiente alla Ue: fate presto! E ci beccammo Mario Monti d’emblée senza quasi accorgercene, come un pic indolor: una bella puntura di europeite per rinvigorire lo spirito fiaccato dall’influenza populista. Ma poi ricapitò con la Grecia a cui di ore ne diedero 48 per decidere se non morire. E con la Spagna. E con il Portogallo. Ogni volta che un paese del vecchio continente si ridesta con l’uzzolo di recuperare la corona perduta della propria smarrita nazione, agli dei gli si gonfia la vena. È come se esistesse una corrispondenza di amorosi sensi (per dirla in termini stilnovisti) o di comunicazione trans vibrazionale (per dirla in termini quantistici) tra le iniziative anti europee e l’andamento delle borse. Tradotto: non appena il volgo di qualsivoglia periferia dell’Impeuro drizza la cresta, le borse sbavano ira. Colte da una furia cieca si accasciano e svengono, e poi trasecolano e sussultano e lasciano immancabilmente sul terreno vagonate di miliardi, bruciati in un truce falò. Allora il popolino si ravvede, torna europeista e i mercati riacquistano la vista. Vuoi vedere che andrà così anche con la Brexit? Tenete d’occhio l’andamento dei traders in prossimità del referendum britannico. E tenete d’occhio anche le articolesse dei nostri esperti di complemento sui giornali di grido. Saranno variazioni, più o meno fini, più o meno colte, sul solito tema prediletto dal catastrofismo di settore: se si esce dall’Ue, qui crolla tutto. Capitasse ‘na volta che succedesse davvero. Tutti giù in strada a far festa. E stavolta un bel titolo della Gazzetta: È tutto vero! Come dopo i mondiali del duemilaesei.
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