31 dicembre 2021. Finita la quarta fase dell’emergenza, inizia la quinta, mentre la sesta ondata si appresta a far posto alla settima. In tutto ciò, il Supremo Consesso del Governo di Unità Nazionale è costretto ad affrontare un problema impensabile: gli italiani si sono vaccinati tutti. Macché ottanta, macché novanta, macché novantacinque per cento. Le truppe del Generale Figliuolo hanno fatto il miracolo: non c’è più traccia di un solo italiano no-vax. Agli ultimi sono state spezzate metaforicamente le reni, come il duce con la Grecia. Grazie all’introduzione di un obbligo vaccinale con sanzione ripristinatoria.Con legge costituzionale approvata da un’aula sorda grigia, bivaccata da manipoli di ultra-vax, è passata una riforma concepita, voluta, applaudita dalle migliori teste dell’intellighenzia nazionale. Corretto l’articolo 1: “l’Italia è una Repubblica fondata sul vaccino. La sovranità appartiene a Big Pharma che può, a discrezione, escludere i no-vax dal godimento dei diritti fondamentali”.
Alla fine, hanno ceduto tutti, tranne sparuti irriducibili, subito confinati in isolotti periferici del meridione. Risultato: no-vax estinti, come i no-fax. Restano giusto pochi no-tax i quali, se vaccinati, avranno diritto al condono. Raggiunto il risultato, il miglior Governo di sempre, guidato da un premier più amato che mai, si rende conto del terribile errore.Nel corso di una cabina di regia, durante la notte di San Silvestro, nella spettrale atmosfera di una stanza opaca e fumosa ove giungono, come echi sfuocati, i botti di capodanno, il Ministro della Salute conferma la ferale notizia a Draghi: “Vostra Magnificenza, purtroppo pare sia vero: non ci sono più italiani vaccinabili”.
Il Capo del Governo è livido. Tutti gli si stringono attorno, contriti, silenti, le camicie slacciate, e aloni smisurati di ansiogeno sudore sotto le ascelle. Il leader maximo domanda: “E’ proprio vero?”. Speranza spegne la speranza: “Sì, pare che – una volta esaurita la popolazione e giunti al cento per cento del target – sia matematicamente impossibile ottenere di più”. Gli scettici leghisti estraggono il cellulare e si cimentano con l’improbo calcolo. Poi annuiscono: non ce la si fa. “Ma allora è finita? È finita davvero? Non possiamo più vaccinare nessuno?”, piagnucola qualcuno. Il ministro dell’istruzione, sentiti gli esperti, attesta l’inevitabile, affranto: “Pare di sì, ho sentito prima il CTS: più del 100 per cento è impossibile. Anche Burioni è d’accordo. Lo dice la scienza”.
Un gelo, più agghiacciante della notte invernale, si propaga nella stanza. Qualche sottosegretario, sotto sotto, piange sottomesso. “Di più non si può, di più non si può!”: le urla strazianti dei fragili squarciano, a brani, l’ammorbante silenzio. Poi, quando tutto sembra perduto, Sileri si accende, ilare: “Potremmo fare il 110 per cento. Noi Cinque Stelle ci siamo già riusciti con l’ecobonus!”. Una febbrile eccitazione si impadronisce degli astanti. Tutti riprendono colore e fissano, fiduciosi, il premier. “Sì, ma come?”.A quel punto, Letta si illumina di meno: “Potremmo incoraggiare l’immigrazione clandestina. Ne facciamo venire una caterva, li vacciniamo, e poi gli diamo la nazionalità italiana: soli vaccinati, soli italiani. Il nuovo ius soli!”. Sono quasi tutti convinti; ma Draghi? I vassalli lo scrutano e colgono un lieve, inequivocabile, cenno del capo. Il futuro uomo del colle ha detto sì. Tutti d’accordo, a parte Forza Italia che ha bisogno dell’assenso del capo. Giro di telefonate, ma Silvio non si trova: sta provando il discorso di capodanno dell’anno dopo. Alla fine, viene rintracciata l’eminenza grigia, Gianni Letta. La risposta fa partire la ola: “Avanti tutta ragazzi, sempre detto che mio nipote è un genio!”.
Francesco Carraro
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