Supponiamo che esista davvero una di quelle macchine della verità che i cretini compulsivi vorrebbero inventare, installare ed applicare per impedirci di pensare e per liquidare una volta per sempre le fake news. Al suddetto marchingegno potrebbero essere sottoposte, per il vaglio, alcune frasi indiscutibili in modo da testare il suo corretto funzionamento. Parlo di verità davvero banali, assodate, sulle quali qualsiasi scienziato, qualsiasi storico, persino qualsiasi studente delle scuole elementari farebbe convergere il proprio assenso. Robe tipo: “il cielo è azzurro”; oppure: “L’Italia ha una bandiera verde, bianca e blu”; o, ancora: “La Gran Bretagna ha votato sì al referendum per l’uscita dall’Unione Europea”; infine: “Il fascismo ebbe alcuni meriti ma fece due gravi errori: le leggi razziali e l’entrata in guerra”. Cos’hanno in comune le succitate affermazioni? Che sono tutte, incontestabilmente, vere. Nessuno (scienziato, storico o studente elementare che sia) si sognerebbe di dire che il cielo è giallo, che l’Italia ha una bandiera blu con stelle d’oro, che la Gran Bretagna ha votato contro la Brexit, che il fascismo non ha meriti o che le leggi razziali sono state una buona idea. Nessuno? Uhm. Questo esperimento mentale è la prova provata che la lotta alle fake news è una ridicola battaglia persa in partenza (per fortuna) e che essa ha un obbiettivo esplicito e ipocrita (combattere la menzogna) e uno dissimulato e strumentale (fare piazza pulita delle idee difformi rispetto al Pensiero Consentito). Le recentissime dichiarazioni di Mattarella sui meriti del fascismo dimostrano che, in realtà, non sono le fake news il problema. Se così fosse, il nostro Presidente, dopo aver candidamente asserito che riconoscere benemerenze al fascismo è cosa “gravemente sbagliata e inaccettabile” sarebbe stato subito tacciato di falso dai Cultori della Verità Universale (e cioè i cretini compulsivi di cui sopra). E invece no. Il Capo dello Stato ha ricevuto solo elogi e abbracci bipartisan – nell’ordine – da: bravi giornalisti, grandi direttori, illustri intellettuali. Tutto il codazzo scodazzante della derelitta intellighenzia che ci tocca (giustamente) in sorte ha improvvisato arrampicate libere free climbing sugli specchi bagnati per confermare che il fascismo “non ha avuto meriti” (un’asserzione talmente farlocca che nemmeno lo storico più fazioso oserebbe accreditarla). Nota bene: le nostre teste d’uovo, ridottesi a untuose cerimoniere del Quirinale, sotto il fascismo sarebbero state più fasciste del Duce. Ora, invece, tutti a far la ola all’uscita presidenziale. Tutti tranne gli alunni delle scuole elementari. Loro hanno studiato la storia, ma non sono smaliziati abbastanza per sapere che la storia è solo una narrazione raccontata dai vincitori. Tuttavia, il diavolo si nasconde nei dettagli, come sapete, per cui occhio agli aggettivi usati da Mattarella per bacchettare la tesi di chi riconosce l’apprezzabilità di alcune riforme del Ventennio: “sbagliata e inaccettabile”. Non ‘falsa’: ‘sbagliata’ e ‘inaccettabile’. Il criterio per selezionate la verità non è più ‘logico’ (come insegnava Croce) ma ‘etico’. Un errore da matita rossa, ma perfettamente in linea con il monito del romanzo ‘1984’: “Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato”.
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