Renzi lascia Cinecittà, varca gli oceani sulle note di ‘Tu vuò fa’ l’americano’ e, spiaggiato a Obama Beach, non si contiene e sbrocca. Ecco le perle partorite dai suoi spin doctor dopo aver compulsato gli ultimi manuali in commercio della comunicazione persuasiva nell’era dei quaranta caratteri e delle zero personalità (tra parentesi inseriremo il sottotesto, id est la realtà celata sotto le parole): “Il mar mediterraneo è un mare, non un cimitero” (secondo l’agenzia ONU per i rifugiati sono 3.419 i morti del 2014 nel mare nostrum); “noi siamo impegnati per realizzare ogni riforma promessa ai nostri cittadini” (Renzi non ha mai promesso nulla per il semplice fatto che non era candidato alle elezioni da cui è scaturito questo parlamento; semmai, chi qualcosa ha promesso è Bersani che ora è all’opposizione di Renzi nel suo stesso partito e che cerca di sabotare le medesime riforme che Renzi promette di attuare); “sulla crescita gli Usa sono un modello per l’Europa. Occorre una nuova stagione di crescita e investimenti” (l’ufficio del bilancio congressuale americano, CBO, ha dichiarato di recente che, senza la sospensione del tetto del debito, gli USA dovrebbero dichiarare default tecnico tra ottobre e novembre di quest’anno); “il mercato unico transatlantico è una grossa occasione per la qualità della vita, di life style e per dichiarare guerra alla povertà” (l’ultima esperienza storica di mercato unico è quella europea dove, in effetti, si è affermato con successo il death style dei morti suicidi per crisi e dove la guerra l’ha vinta la miseria); “la leadership americana è un punto di riferimento”. Questa è l’unica affermazione vera, Renzi è fisiologicamente prono alla superpotenza come tutti i suoi predecessori. Chiamiamola la ciliegina fiorentina su una torta di bufale. Sordi saprebbe cosa dire: Maccarone m’hai provocato e mo’ me te magno.
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