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E CI SEI ADESSO TUSK

TUSKPer cogliere la portata del livello di manipolazione possiamo occuparci di Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo, un polacco che ci rappresenta nel mondo non in quanto italiani, ma in quanto europei e ci commuove al sol pensiero. Perché il sommo rappresentante del potere temporale è un polacco proprio come quando lo era il sommo rappresentante del potere spirituale, Karol Wojtyla. Ma non stiamo a sottilizzare: polacco o lettone o danese, va tutto bene purché sia europeo e ci renda orgogliosi di esserlo anche noi. E come si fa a non essere orgogliosi di un tizio che ha testualmente dettato alle agenzie la seguente frase sobria, meditata, cesellata, scaturita dall’esemplare connubio tra una cultura enciclopedica e una limpida passione civica: “La Brexit potrebbe essere l’inizio della distruzione non solo dell’Unione Europea, ma di tutta la civiltà politica dell’occidente”. Hai capito, Donald Tusk, che alzata di ingegno. Siamo governati da gente che, data la statura morale e intellettuale, ha saltato le scuole materne, quelle elementari, il ciclo dell’obbligo e pure le superiori per essere iscritta, dritta dritta, all’università cosmopolita della UE. Qui, Donald Tusk e i suoi compagni di banco hanno imparato che, nella notte dei tempi, quando il caos allignava sulle torbide acque della materia bruta, Dio disse fiat lux. E l’Europa fu. Punto e a capo. Tutta la storia precedente al trattato di Maastricht, pertiene alla dimensione leggendaria o mitologica. Compresi, evidentemente, il Commonwealth, Oliver Cromwell, l’Impero di Sua Maestà, la Regina Elisabetta II e almeno sei secoli di gloria britannica. Tutto cancellato, tutto falso. Se la Britannia esce dall’euro, secondo il polacco Tusk, è “l’inizio della distruzione di tutta la civiltà politica dell’occidente”. Tusk: uno che l’allenatore della Polonia, Adam Nawalka, non vorrebbe in nazionale neanche come portaborracce.  Ora, capite che il portaborracce non dico della Polonia, ma persino del Casalserugo, se gli facessero pronunciare una frase così smodatamente assurda, si vergognerebbe come un ladro. Ma Tusk non porta le borracce a una squadra di amatori, le porta alla squadra della Matrice e quindi non è tenuto a pensare, ma a riferire il testo scrittogli dai ghost writer dietro le quinte. Il fatto, poi, che un politico di punta si presti a un commento del genere e che il suo spin doctor possa anche solo concepire una simile enormità ci dà la misura della pochezza della classe politica attuale e della sfrontatezza di chi la tiene per la collottola. Comunque, ecco in via riservata, le prossime perle di Tusk di cui siamo venuti illecitamente in possesso e di cui egli è totalmente irresponsabile: 1) “La Brexit potrebbe essere l’inizio della fine non solo dell’Unione Europea, ma dell’intero sistema solare” (lo dirà tre giorni prima del referendum); 2) “La Brexit potrebbe essere l’inizio della fine non solo dell’Unione Europea, ma dell’intera galassia di Andromeda” (lo dirà due giorni prima del referendum); 3) “La Brexit potrebbe essere l’inizio della fine non solo dell’Unione Europea, ma dell’Impero Colpisce Ancora” (lo dirà un giorno prima del referendum). Post scriptum: la Brexit potrebbe essere l’inizio della fine non solo dei guai inglesi, ma anche di Donald Tusk. Voti uno, prendi due. Tutto sommato, agli inglesi conviene uscire.

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