In quel di Lesmo, Silvio Berlusconi ha convocato la meglio gioventù di ciò che resta del suo glorioso impero. A Villa Gernetto si son dati convegno in trenta (più o meno) da tutta Italia, le nuove leve chiamate a dipingere l’immagine dell’isola che non c’è: freschezza, novità, cambiamento, rottamazione. Praticamente le parole d’ordine del renzismo. Anche il giovin capataz delle italiche sorti ha puntato tutto sulla verginità estetica e anagrafica dei suoi compagni di strada e di scuderia. Berlusconi, altro mago della ristrutturazione piennellistica, ha osservato (non potendo esibire la carta d’identità): “Renzi faceva politica quando c’era la Dc, io politicamente sono più giovane di lui”. Ma ciò che colpisce, nei pareri volanti raccolti dalla stampa all’uscita dal meeting, sono le convinzioni maturate da coloro che vi hanno partecipato, i programmi e gli obiettivi degli adolescenti scudieri dall’azzurro avvenire: ‘parlare di lavoro oltre che di tasse, essere più presenti sui social network e sul web, più movimentismo, più presenza tra la gente, parlare chiaro come fa la lega, parlare alla pancia degli elettori’. Ora, a parte l’ultima ovvietà (dopo decenni di politica senza cervello, un politico non può che parlare alla pancia di qualcuno, soprattutto nell’era ‘intestinale’ dell’idolatria alla Krescita), il resto cos’è se non il programma sotto vuoto spinto dei Renzi days? Immaginate se il vagone di questi gagliardi boy scout della libertà si fosse sganciato e fosse finito alla stazione Leopolda al seguito del treno sbagliato. Qualcuno se ne sarebbe accorto? E, viceversa, se dei leopoldini fossero finiti (per una sorta di scambio culturale alla pari, di Erasmus dell’inciucio) a Villa Gernetto, Berlusconi lo avrebbe notato? Ovviamente no. Come in quei giochini della settimana enigmistica (trova le differenze), a parte qualche neo o qualche ruga, la differenza non c’è.
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