Antonio Padellaro è uno dei migliori giornalisti italiani, già direttore de Il Fatto Quotidiano e ora editorialista della medesima testata. All’indomani dei fatti di Nizza, ha pubblicato un commento dal titolo ‘L’idiozia che fa più danni dell’Isis’. Padellaro, giustamente, si interroga sulla macroscopica deficienza, sia in senso lato che in senso psicanalitico, della polizia francese e, in particolare, dei questurini d’oltralpe imbattutisi nel tir bianco panna in procinto di scatenare l’inferno sulla Promenade des Anglais. L’assassino, su precisa richiesta di uno zelante agente insospettito dalla prolungata sosta di quel bestione prossimo a intrufolarsi nella zona pedonalizzata su cui avrebbe compiuto la strage, ha risposto: ‘devo consegnare i gelati’. E la magica frase da Carosello gli è stata sufficiente per ottenere il lasciapassare. Un episodio così palesemente folle da far dubitare Padellaro della sanità mentale di colui che ha dato il nulla osta a Mohamed Bouhlel. Perché, di questi tempi, coi terroristi che pullulano come funghi dopo la stagione delle piogge, è ovvio che anche il carabiniere di una barzelletta si sarebbe insospettito. Quindi, l’errore non è solo macroscopico, è inaccettabile per qualsiasi quoziente intellettivo pur al di sotto della fatidica soglia. Padellaro, perciò, pudicamente conclude: “se fossimo complottisti sospetteremmo un disegno per restringere gli spazi democratici. Essendo realisti ci limitiamo a pensare che idiozia e inettitudine possono fare più danni dell’Isis”. Padellaro ha ragione da vendere ed è persino troppo equilibrato e gentile per affondare il colpo quanto dovrebbe. Se volessimo buttarla sul ridere, noi aggiungeremmo che basterebbe essere un fan di Stephen King (e ce ne sono milioni nell’universo mondo) per sapere che i carretti dei gelati portano male, se non addirittura portano verso il Male. Basta guardare l’ultimo film tratto da un’idea del Re, The cell, per rendersene conto. Ma questa è solo l’ultima perla di una sequela di comportamenti e di scelte palesemente irrazionali, per non dire stolte, per non dire idiote, che contraddistingue tutti i protagonisti di tutti gli apocalittici attentati perpetrati dal Sultano Nero nelle capitali europee, da Charlie Hebdo in poi. Si pensi ai killer omicidi smemorati che abbandonano i documenti d’identità nelle auto o a quelli ancor più distratti che buttano il computer nel cestino antistante il luogo del commesso delitto prima di gettarsi a testa bassa a far mattanza. Ma, a voler scavare, si troverebbe una tale mole di sesquipedali stronzate nella narrazione dei fatti criminali che stanno scrivendo, a colpi di cadaveri, la storia del mondo, da farci capovolgere le sennate parole di Padellaro, cavandone la saggezza occultata al di sotto del politicamente corretto: se fossimo complottisti sospetteremmo che una tempesta perfetta di idiozia e inettitudine abbia colpito i neuroni dei seguaci dell’Isis e dei buoni servitori dello Stato sulle loro tracce. Essendo realisti ci limitiamo a pensare che vi sia un disegno per restringere gli spazi democratici.
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