Fermo il principio di non colpevolezza, proviamo a riassumere in un sillogismo i risultati dell’inchiesta di Trani contro le agenzie di rating per manipolazione dei mercati. Nel gennaio 1994 l’Italia firma un contratto quadro con Morgan Stanley riguardante un complesso di ‘derivati’. Il contratto ha una clausola di estinzione anticipata. La clausola prevede la risoluzione anticipata dei vari contratti in ‘derivati’ nel caso in cui Morgan Stanley si trovi esposta nei confronti dell’Italia oltre una certa soglia legata al declassamento dell’Italia da parte delle agenzie di rating. Nel 2011-2012 l’Italia viene declassata da Standard & Poor’s. Morgan Stanley batte cassa e l’Italia paga, sull’unghia, 2,5 miliardi di euro in ossequio al famoso codicillo del contratto di circa vent’anni prima. Secondo la European Securities and Markets Authority (Esma) Morgan Stanley è tra i soci di Mcgraw-Hill financial a cui fa capo Standard & Poor’s. Aristotele, a questo punto, ci metterebbe dieci secondi a mandare a dama il ragionamento. Secondo il Pubblico Ministero di Trani, Michele Ruggiero, che indaga sull’agenzia Standard & Poor’s per manipolazione di mercato, i declassamenti che subì l’Italia, all’epoca, non erano giustificati dai macrodati economici. Persino l’attuale ministro dell’economia Padoan ha detto che le ‘retrocessioni’ patite dal paese non stavano in piedi. Però, quelle bocciature determinarono il pagamento di una somma monstre a Morgan Stanley che pretese la restituzione del prestito dopo un down grading deciso da una corporation di cui Morgan Stanley faceva parte. E soprattutto, un governo andò a gambe all’aria e fu sostituito da tecnici, venuti da Marte, perfettamente allineati ai desiderata dell’Europa. Verrà un giorno in cui ci interesseremo non solo (in sede giudiziaria) della manipolazione subita dai mercati (poveri cuccioli), quanto piuttosto (in sede storiografica) della manipolazione subita dalle democrazie. Abbiamo nostalgia di quel futuro.
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