Una volta, ai bei tempi di un calcio ormai finito, c’era un bellissimo tipo di “mercato”: quello delle figurine. Ci si scambiava le iconcine adesive dei giocatori e – siccome taluni erano più rari, o più forti, di altri – poteva capitare di barattare un Rivera o un Platini o un Maradona per dieci figu più “frequenti” o per dieci calciatori più modesti. Adesso siamo costretti a fare lo stesso con gli scienziati. Se provi a imbarcarti in una discussione sui vaccini, rischi subito la censura preventiva. Sei un dottore? No. Allora statti zitto.
Nei tempi del maccartismo di ritorno, della caccia alle streghe in nome della scienza anziché in nome della fede, bisogna stare molto attenti. Altrimenti si rischia di sentire subito puzza di bruciato: ed è magari la nostra libertà di parola a finire in fumo sul rogo della Scientifica Inquisizione. Allora, mettiamo sul piatto la nostra “squadra” di esperti: 150 medici. Vi bastano?
Quanto valgono 150 medici “normali” rispetto a uno “scienti-star” conclamato del panorama mediatico nazionale? Facciamo dieci medici a uno? Okay, allora adesso sedetevi comodi e leggete cosa scrivevano 150 medici (cioè l’equivalente di 15 “scienti-star”) in una lettera inviata nel 2015 al Presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, Walter Ricciardi.
Infuriava, allora, una campagna mediatica prodromica alla legge sulla estensione dell’obbligo vaccinale (con le deliranti proposte di contorno in materia di potestà genitoriale e diritto all’istruzione). Ecco, dopo aver giustamente premesso che nessun medico di buon senso e preparato può essere contro i vaccini per partito preso, nel documento di cui sopra leggiamo, tra l’altro:
1) I vaccini sono farmaci veri e propri e come tali hanno indicazioni, e controindicazioni, perciò possono sicuramente causare anche reazioni avverse; 2) Le reazioni avverse dei vaccini non dipendono solo dalla componente antigenica di questi ultimi, ma anche dai loro componenti tossicologici (adiuvanti e conservanti); 3) Per l’adeguamento dell’Italia alle norme vaccinali attualmente in uso in tutti gli Stati europei culturalmente e socialmente simili al nostro riteniamo doveroso che venga superato l’obbligo vaccinale; 4) I genitori dovrebbero ricevere dal medico vaccinatore le schede tecniche dei vaccini in modo da conoscerne le proprietà, le controindicazioni, le componenti tossicologiche e le reazioni avverse di ogni farmaco; 5) I genitori hanno il dovere e il diritto di essere informati sull’esistenza della legge 210 del 1992 inerente le modalità per ottenere l’indennizzo per i danni vaccinali.
Come vedete, sono tutti concetti di buon senso elaborabili e condivisibili anche dai profani. Ma hanno pure il conforto della “Medicina” e della “Scienza”. Ricordiamocelo: tra poco ci chiederanno la patente non solo per camminare, ma anche per parlare. Perché quella in atto non è solo una emergenza virale: è anche, e soprattutto, un’emergenza politica.
La ossessiva campagna mediatica a sostegno del vaccino come “unico e insostituibile” rimedio miracoloso contro il Covid è anti-scientifica e anti-democratica. Antiscientifica perché elide dal dibattito gli allarmi lanciati da autorevoli esponenti della classe medica circa la possibile inutilità (senza contare la potenziale pericolosità) di un vaccino. Anti-democratica perché punta alla imposizione di un “obbligo” dietro il quale – così, a naso – fiutiamo più il puzzo degli affari che il profumo della salute.
Francesco Carraro
www.francescocarraro.com
Nessun Commento