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CLASSE MEDIA

CLASSE

Siamo nani sulle spalle di giganti, diceva Bernardo di Chartres. Quindi, di fronte a certi annunci, le ginocchia tremano, il cuore va in ambasce, la mente vacilla. Non c’è niente da fare. Quando ti imbatti nel genio, il senso inopportuno della tua finitezza, la riverente inquietudine per le altezze altrui, quel disorientamento leopardiano che struggeva i romantici innanzi alle sconfinate eternità del Cosmo, ha il sopravvento. Però è normale, perché in un mondo così popolato, è inevitabile che le eccellenze eccedano la media storica e si trovino a galleggiare per inerzia sul mare esteso della mediocrità. Prendete Cottarelli, già commissario per la spending review sotto Letta e Renzi, ora direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale. Insomma, uno dei top drivers asceso alle elites a cui abbiamo delegato giustamente il compito di tirarci fuori dalla crisi e di capirne le cause. La sapienza di chi occupa l’empireo del villaggio globale e le torri eburnee delle sue istituzioni di punta è senza fondo. Proprio come il Fondo (monetario) che esse rappresentano. Ergo, riescono a cogliere con decenni di anticipo il dipanarsi degli eventi. E siccome gli eventi ultimamente fanno parecchio schifo, monitorarne le pillole di saggezza è doveroso. Cottarelli, per dire, si è accorto di un fenomeno pazzesco, di cui ignoravamo l’esistenza. Ipse dixit: “il debito sia pubblico che privato è troppo alto e la classe media, quella che una volta sosteneva la domanda sta scomparendo”. Cavolo, questa sì che è un’intuizione. Quindi attendiamo soluzioni. Cottarelli le possiede e le ricorda: “La classe media si è impoverita e ha meno potere d’acquisto. Per indurla a consumare si sono dovuti tenere i tassi di interesse molto bassi e quindi le famiglie si sono indebitate. Questo significa che quando i tassi di interessi iniziano ad andare su, possono avere dei problemi. Questo è quello che è successo e che dopotutto ha portato alla crisi del 2008”. Signore, dacci la forza di sopportare tutte queste rivelazioni in un colpo solo perché non meritiamo profeti siffatti. Se Leonardo da Vinci, Einstein e tutti i premi nobel di economia estinti fossero vivi, si alzerebbero in piedi e farebbero la ola. Ora sì che viene il bello, ora che l’intellighenzia ci è arrivata, la crisi è finita. Ma non è finita la predica del Cotta. Lo speech leader del FMI si è accorto di un dettaglio sfuggito alla massa incolta: “Ci sono i molto ricchi e i molto poveri, il mezzo sta scomparendo. Per mantenere in vita la domanda di questa classe media, si deve indurre la classe media a indebitarsi”. Porfin! Ecco la soluzione. Grazie. Se non altro, abbiamo la sopravvivenza assicurata per un altro po’, finché riusciremo a respirare per pagare i debiti. Fin quando, perlomeno, a qualcuno dei geni lassù non verrà il dubbio che precede la soluzione finale: perché mantenere in vita la classe media?

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