C’è un paradosso irrisolvibile di cui sembrano non essersi ancora resi conto i componenti del governo gialloblu, alla strenua ricerca di risorse per: finanziare la flat tax, finanziare il reddito di cittadinanza, finanziare la crescita, finanziare la scuola, finanziare la sanità, finanziare le opere pubbliche. Che noia, vero? Alla fine si riduce tutto a un verbo: finanziare. Ma perché, allora, è così complicato? Perché i gufi, appollaiati sui rami degli alberi più alti e influenti dell’informazione, attendono il famoso autunno caldo e la caduta, come foglie secche, di tutte le illusioni? Perché i gufi sanno, eccome se sanno. Sanno del paradosso.
E il paradosso potremmo spiegarlo parlando del verbo combattere anziché di quello finanziare, di eserciti anziché di economia, di dottrine belliche anziché di teoremi finanziari. Immaginate di essere il Governo Conte di un Paese in procinto di essere attaccato e occupato da una potenza nemica. Cosa fareste? Semplice, mobilitereste il vostro esercito per difendervi. Ma se vi doveste accorgere di non avere un esercito perché avete ceduto il Ministero della Difesa con tutti i suoi cannoni e carroarmati a un ente estero? Dovreste misurare i vostri atti e le vostre parole. Mica ve ne andreste in giro a rassicurare i cittadini sulla forza e sulla prontezza delle vostre risorse militari. Magari vi fareste prestare da qualche generosa ‘entità’ un battaglione o due, e qualche centinaio di jet e una portaerei. Ma vi sentireste, improvvisamente, nudi. Pensavate di poter governare un Paese, ma qualcuno vi aveva mentito. Non si può governare un Paese senza soldati, e neppure quando si è costretti a elemosinarli da una terza autorità. Nel caso italiano, accade esattamente la stessa cosa, ma il paradosso riguarda il verbo finanziare anziché quello combattere. Insomma, invertiamo i fattori: parliamo di economia anziché di eserciti, di teoremi finanziari anziché di dottrine belliche. L’Italia non ha una banca centrale, prestatrice di ultima istanza, in grado di finanziale la flat tax, di finanziare il reddito di cittadinanza, di finanziare la crescita, di finanziare la scuola, di finanziare la sanità, di finanziare le opere pubbliche. Se la avesse, potrebbe fare questo e molto altro. Potrebbe, diciamo, esercitare la elementare funzione di alimentazione del circuito virtuoso della domanda interna attraverso politiche keynesiane ‘stimolanti’ e anticicliche.
Noi non possiamo. Vittime del dogma criminale della banca centrale indipendente e pure straniera, avremo sempre Governi senza cassa, cioè Governi ingovernabili, alla mercè dei Mercati, della BCE e, se tutto va male, del Fondo Monetario Internazionale. Ora, qualcosa si può fare, per carità, usando la fantasia e l’intraprendenza, ma saranno sempre misure di contorno, palliativi inessenziali. Finchè non ci riapproprieremo di quella funzione irrinunciabile della sovranità patria, basilare come l’aria (e che fa rima con ‘monetaria’), non saremo altro che burattini in balia di soggetti estranei, e delle voglie e dei ricatti di costoro. Parleremo, parleremo. E sventoleremo in alto i nostri vessilli. Saremo, per dirla con De Niro, solo chiacchiera e distintivo.
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