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CHE TEMPO CHE FA

che tempoLa nostra civiltà si regge su Miti, proprio come quelle antiche. Si tratta di giganteschi intrecci di mezze balle e mezze verità che si traducono in un gomitolo dove è difficile distinguere lo spago menzognero da quello veritiero, ma non importa perché lo scopo di chi le appronta e le dà in pasto al telespettatore non è informare, ma formare. Formare le coscienze e gli etat d’esprit della massa in modo che essa si muova compatta dentro o fuori dal recinto (secondo la bisogna), ai latrati dei cani pastori, spinta da una lanuginosa e aggrovigliata parvenza di consapevolezza. La gente dei secoli andati credeva negli dei (da noi oggi derubricati al rango di supereroi imbecilli della Marvel) più di quanto non si pensi. Li venerava davvero e, nel venerarli, finiva per inverarli come qualsiasi altro prodotto del pensiero. Però, una palla di pelo fatta di crini sintetici e di altri autentici resta un prodotto innaturale, così come innaturali restano le balle mezze vere e mezze no della nostra epoca, tipo quella del riscaldamento climatico. Ma guai se le smentite, soprattutto se avete un ruolo da difendere, assegnatovi dalla Matrice. Se n’è accorto, suo malgrado, Philippe Verdier, un vip della Francia meteorologico-televisiva, conduttore, su France 2, delle previsioni del tempo. La sua colpa? Essersi messo contro le visioni del Tempo, in particolare contro la leggendaria stronzata del global warming. Verdier che probabilmente ne sa, sul clima, quanto tutto il resto dei Galli messi insieme, ha osato dare alle stampe ‘Climate Investigation’, un libro in cui mette alla berlina e destruttura le teorie catastrofiste del Groupe d’Experts intergovernementals sur l’evolution du climat. Facendo quello che molti altri seri ricercatori, meno noti di lui, hanno invano tentato negli ultimi anni: denunciare la trama di minchiate di cui è intessuto il Mito moderno del riscaldamento climatico. Ebbene, è stato licenziato e ha detto di essere shoccato: “E’ proprio come scrivo nel libro: ogni opinione contraria deve essere eliminata”. E bravo Philippe. Ci sei arrivato tardi, l’hai pagata cara, ma almeno l’hai capito tu e fatto capire a molti: i Miti dell’Evo competitivo non si contestano, si assecondano. Adesso, prova a fare una bella previsione dei tempi futuri e dimmi che ci vedi.

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