Da quando l’Italia ha scoperto di avere un vero ministro (Marco Minniti), a quelli del PD gli è partito l’embolo. È stata un’autentica svolta: il classico imprevisto non contemplato dal manuale delle giovani marmotte della globalizzazione che tutti i governi italiani degli ultimi venticinque anni (mica solo quelli a guida democratica) consultano prima di prendere una decisione. Il Ministro dell’Interno li ha presi alla sprovvista perché non si è adeguato alla “narrazione” sugli immigrati e ne ha frenato davvero gli sbarchi. I democrats, si sa, vanno matti per le “narrazioni”. Amano le favole più degli appassionati dei TG Rai. Così hanno stabilito che – non potendo sfiduciare Minniti che è uno dei loro – cercheranno di migliorare il Grande Racconto dei Rifugiati in Fuga dalle Guerre. Proviamo dunque a confrontare la trama del loro romanzo con la realtà. E ci serviamo, allo scopo, dell’interessante intervista a Libero di una docente che, di Africa e migranti, ne sa più di tutti i nostri parlamentari messi assieme. Trattasi di Anna Bono, per oltre un decennio ricercatrice in Kenya, già docente di Storia e Istituzioni dell’Africa all’Università degli Studi di Torino, e recente autrice del saggio ‘Migranti!? Migranti!? Migranti!?’. Paragoniamo la narrazione governativa con le sue risposte (per comodità chiameremo FIABA la prima e DATI DI FATTO le seconde). FIABA: i migranti sono poveri disgraziati senza risorse. DATI DI FATTO: ad arrivare sulle sponde italiane sono, di regola, soggetti appartenenti al ceto medio dei paesi di provenienza (per il 90% maschi di giovane età) i quali pagano migliaia di euro ai trafficanti di turno attratti dal mito dell’Eldorado europeo. FIABA: i migranti sono, in genere, richiedenti asilo scampati da guerre, carestie, pestilenze, abusi, torture. DATI DI FATTO: Su 123.000 domande di status di “rifugiato”, nel 2016 ne sono state accolte solo 4.940. FIABA: Bisogna fare di più per l’Africa, aiutarli a casa loro. DATI DI FATTO: gli aiuti occidentali alla cooperazione internazionale, nel 2015, hanno toccato la cifra monstre di 135 miliardi di dollari. FIABA: dove volete che vadano i disperati in fuga dalle guerre, se non nell’Europa della speranza? DATI DI FATTO: la maggior parte dei VERI profughi non vuole allontanarsi troppo da casa, dove conta di tornare. Chi fugge dalla guerra in Somalia, per esempio, si sposta in Kenya o in Etiopia, al massimo chiede una protezione temporanea. FIABA: i governi africani costringono i loro cittadini all’esodo. DATI DI FATTO: diversi regimi di laggiù attaccano persino i manifesti per strada pur di dissuadere i connazionali dall’intraprendere l’esodo. Ora facciamo noi un’ultima domanda: non sarà proprio un problema di “narrazione”? Non sarà che ai nostri leader è scappata la frizione della creatività e hanno fatto passare un messaggio sbagliato sull’Italia e sull’Europa “raccontati” come il Paese dei Balocchi? Per Anna Bono, assolutamente sì: c’è un’immagine distorta di Eurolandia veicolata dai mass media (e fomentata da una surreale “politica dell’accoglienza”). Allora ci viene un’idea per una nuova svolta. Perché – invece che investire nella narrazione di balle qui da noi – i reggenti italici e i loro reggicoda mediatici non si impegnano in una narrazione di verità lì da loro? Vi rispondiamo con un’altra storia: c’era una volta una nazione sovrana…
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