Francesco Carraro è nato a Padova il 7 febbraio 1970. Si è diplomato al Liceo Classico ‘Tito Livio’, laureandosi poi in Giurisprudenza e in Scienze della Formazione all’Università di Padova. Autore di molti libri e avvocato, è titolare di uno studio legale. Tiene corsi di comunicazione, gestione del tempo, public speaking e sviluppo personale. È editorialista di molti quotidiani, nonché opinionista televisivo.
4 Commenti
Emanuela
27 Luglio 2021 a 18:55Buonasera Francesco Carraro. Il prestigioso Robert-Koch-Institut ha appena proposto il Lolli-Test covid-19 per gli scolaretti tedeschi. Il Lolli è il nostro lecca lecca. Io ero rimasta ancora al fatto che i bambini non devono accettare caramelle o altri dolci dagli sconosciuti. Pertanto, le similitudini che si propongono in questo caso alla mia mente, preferirei non renderle direttamente note.
Cordialmente
Emanuela
Andrea
2 Agosto 2021 a 22:43Grazie, finalmente una persona libera in mezzo ad un mare di zombie, grazie grazie grazie
Virginia Vianello
10 Agosto 2021 a 11:44Video stupendo. Grazie!
Emanuela
18 Agosto 2021 a 17:55Buonasera Francesco Carraro.
A proposito del Suo – purtroppo quanto mai azzeccato e vero – “irregimentare le intelligenze” per forgiare sterminate greggi umane prone a sudditanze e abominii di ogni genere, vorrei proporre, alcune riflessioni che mi sono state molto utili per comprendere l’origine di molto di quanto sta accadendo in modo sconvolgente e imponente da un anno e mezzo a questa parte nella nostra società.
Sulla manipolazione “a fin di bene” e sull’annientamento della volontà:
“Domandai a un maestro come fosse possibile che i bambini gli obbedissero senza ricevere busse. Lui mi rispose: cerco di persuadere i miei allievi che nei loro confronti sono animato da buone intenzioni, e mostro loro, con esempi e parabole che a non obbedirmi fanno semplicemente il loro danno”( C.G. Salzmann, 1796 citato da Alice Miller in La Persecuzione del Bambino, Bollati Boringhieri, 1987, pag. 30)
“Quando si tratta di educare i bambini in maniera che essi non si accorgano del male che si fa loro, delle cose di cui li si priva, di ciò che essi perdono, della persona che essi avrebbero potuto essere se educati diversamente, e di chi essi siano in realtà, e qualora questa educazione si applichi sufficientemente in tempo, allora in seguito l’adulto – a prescindere dalla sua intelligenza – vivrà la volontà degli altri come se fosse sua propria. Come potrà mai infatti sapere che la sua volontà è stata stroncata, dal momento che non gli è stato consentito di farne esperienza?” (A. Miller, op. cit. pagg. 14-15)
Sull’obbedienza cieca e totalmente asservita:
“I miei genitori mi avevano allevato nel rispetto e nell’ossequio verso gli adulti, in specie i più anziani, qualunque fosse la loro classe sociale. In particolare non trascuravano mai di ricordarmi che era mio dovere obbedire immediatamente ai desideri e agli ordini dei genitori, dei maestri, dei preti ecc. insomma di tutti gli adulti, anche quando si trattava di servizi personali, e che non mi era lecito rifiutare. Ciò che mi dicevano gli adulti era sempre giusto. Questi fondamenti pedagogici sono diventati una parte di me stesso” (Rudolf Hoess, Comandante di Auschwitz, educato in base ai principi della Schwarze Paedagogik, come tutti i tedeschi suoi contemporanei, citato da Alice Miller, op. cit.pag. 59)
“Come Hoess, anche Himmler era il prodotto quasi perfetto di un padre che di professione faceva l’educatore. La totale sottomissione del bambino Himmler nella buona e rigorosa educazione alla volontà dell’adulto influì sul suo futuro assoggettamento politico nel sistema totalitario del Terzo Reich. Se arrivava uno come Hitler a proclamare, come sosteneva una volta suo padre, di sapere esattamente che cosa era bene, giusto, necessario per gli altri, allora non occorre meravigliarsi se con tutto questo desiderio di sottomissione furono in moltissimi ad aiutarlo ad andare al potere. Nel volume di Joachim Fest, Il Volto del Terzo Reich, 1963, si può leggere con quale servilismo, assenza di senso critico e ingenuità infantile, quegli uomini abbiano parlato dell’onniscienza, infallibilità e divinità di Hitler. Questo è il modo in cui un bimbetto vede suo padre. E un simile stadio quegli uomini non l’hanno mai superato.”(A. Miller, op. cit. pagg. 60-61)
“L’esempio dell’infanzia di A. Hitler consente di studiare la genesi di un odio delle cui conseguenze dovettero patire milioni di esseri umani. Per comprendere la genesi di un odio inestinguibile durato per tutta una vita, come quello che divorò Hitler, bisogna abbandonare il terreno fidato della teoria delle pulsioni e domandarsi quali processi si sian potuti, verificare in un bambino che, da un lato viene umiliato, mortificato dai propri genitori e ferocemente picchiato dal padre, e che, dall’altro, riceve il comando di amare e rispettare le persone che lo trattano in quel modo, e di non manifestare mai in nessun modo il proprio dolore.” (A. Miller, pag. 129)
E: “La mia affermazione che le innumerevoli e profonde umiliazioni e maltrattamenti che Hitler ha subito da bambino, da suo padre, senza potergli mai rispondere a tono, siano state responsabili del suo odio insaziabile si presta facilmente ad essere fraintesa. Mi si può controbattere che un individuo non può, da solo, provocare una distruzione di queste proporzioni a danno di un intero popolo e che la crisi economica e le umiliazioni sofferte dalla Repubblica di Weimar hanno contribuito a produrre una simile catastrofe. Tutto ciò è indubbio, ma non furono le “crisi” e i “sistemi” a uccidere, bensì uomini, uomini i cui padri dovettero essere assai presto fieri dell’obbedienza dei loro figli.” (A.Miller, pag. 237)
“Hitler soffre di condizioni psicologiche che rasentano la mania di persecuzione e lo sdoppiamento di personalità. La sua insonnia è più del semplice risultato di un eccessivo sforzo nervoso. Spesso si sveglia ne cuor della notte e cammina avanti e indietro. Talvolta ha crisi terribili. Una persona che gli è vicina mi riferisce che Hitler si sveglia la notte gridando convulsamente. Urla chiedendo aiuto… trema di paura da far vibrare il letto… grida frasi incompiute… respira affannosamente come se fosse sul punto di soffocare. Il mio informatore mi ha descritto una scena che non avrei ritenuta credibile, se la rivelazione non mi fosse venuta da una simile fonte. Hitler era in piedi nella sua camera, barcollante e si guardava intorno con sguardo folle “Lui, lui! E’stato lui!” diceva ansando. Aveva le labbra livide e il sudore che gli colava dal viso. Era orribile. Usava frasi composte stranamente e nient’affatto tedesche. Gli venne praticato un massaggio e gli venne dato qualcosa da bere. Improvvisamente, proruppe: “E’ là nell’angolo Chi è quello?” Batteva i denti e gridava di continuo.”(A.H. Rauschning, Così parlò Hitler, 1939, citato da Alice Miller, op.cit. pagg.155-156)
Ora ai giorni nostri.
Lo scorso mese di maggio circa cinquanta attori tedeschi hanno organizzato un’azione di protesta civile, intelligente, talora ironica, contro le norme anti-Covid emanate dal governo federale. Ognuno di essi ha registrato un video lungo poco più di un minuto con il suo personale contributo. Tra di essi, quello che più mi ha colpita per la sua efficacia e verità, è quello di Felix Klare, attore molto noto e apprezzato nel suo Paese.
Ne riferisco qui una sintesi: “Sono Felix Klare, attore, ed ho quattro figli, che durante il lockdown ho seguito nella didattica a distanza. Dato che il nostro Stato in questo particolare momento ci ha reso note delle affermazioni ben precise sui comportamenti da tenere, ho pensato di fare io la stessa cosa con i miei figli. In solaio ho trovato di recente i diarii del mio bisnonno e mi sono lasciato ispirare da questa e quella norma in esso contenuta, e cioè: rigido rispetto per me da parte dei figli, schiaffi se necessario, umiliazioni se la lezione educativa da me impartita non viene rapidamente appresa. Non mi è sempre facile farlo, ma poi mi dico che, in fin dei conti, lo faccio solo per i miei figli, affinchè imparino ad essere in futuro persone responsabili e rispettose degli altri. Tutto questo vivendo secondo i principi della disciplina e dell’ igiene”.
Cordialmente
Emanuela