Nel 1975 usciva Sorvegliare e punire, libro cult dello scrittore e filosofo francese Michel Foucault in cui si indagavano le origini della società della “sorveglianza”, dall’età dei lumi alla fine del Novecento.
Da allora, di acqua ne è passata sotto i ponti e la sorveglianza sulle nostre vite è diventata infinitamente più estesa e intrusiva di quanto non avesse raccontato Foucault. Eppure, in un contesto siffatto – dove siamo scrutati e passati al setaccio in ogni minuto “pertugio” del nostro quotidiano – l’unico aspetto su cui il Sistema non sorveglia a dovere, o non sorveglia affatto, è quello delle reazioni avverse ai vaccini. In particolare, nel nostro Paese, stando agli ultimi dati (che l’AIFA si è appena degnata di aggiornare) si parla di appena 18 eventi gravi ogni 100.000 dosi, un dato di gran lunga inferiore a quello registrato in Germania o negli USA.
Uno dei motivi, come noto, è il farraginoso meccanismo della cosiddetta sorveglianza “passiva”. In Germania, invece, il Ministero della Sanità ha dimostrato di voler fare sul serio invitando tutti i cittadini a denunciare le reazioni avverse usufruendo di un apposito link inoltrato via e-mail. Noi non siamo ancora giunti a tanto ma, se non altro, lo scorso 20 giugno è entrato a regime un sistema di segnalazione nuovo di zecca. L’AIFA, nel suo sito, lo descriveva con queste testuali parole: «Il 20 giugno 2022 entrerà in funzione la nuova Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF), che è il sistema con cui in Italia sono raccolte, gestite e analizzate le segnalazioni di sospette reazioni avverse a farmaci (ADR). La nuova RNF sarà caratterizzata da funzioni avanzate per la gestione e l’analisi delle segnalazioni di sospette reazioni avverse in modo da garantire una sempre più accurata valutazione del profilo di sicurezza dei medicinali».
Per trovare il minimo accenno alle reazioni avverse anche dei vaccini è necessario aprire un’altra pagina, sempre di AIFA, sulla medesima iniziativa. Certo, anche il vaccino è un farmaco, ma la pudica ritrosia, per così dire, anche solo a “nominare” il fatidico siero o addirittura a collegarlo, sia pure indirettamente, alla nozione di “avversità” fa un po’ specie. Tuttavia, dove non osano i ministeriali, a quanto pare osano le ULSS. In particolare, facciamo riferimento a una e-mail inviata il 27 di luglio dalla ULSS 6 del Veneto a tutti i propri dipendenti avente come oggetto «Subject: segnalazione di sospetta reazione avversa a farmaci – segnalazione online – video-tutorial». Nel testo dell’e-mail – a differenza dell’asettico comunicato concepito dall’AIFA – si legge a chiare lettere la parola “vaccino”. Ecco il tenore letterale del messaggio: «Dal 20 giugno 2022 è entrata in funzione la nuova Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF), che è il sistema con cui sono raccolte, gestite e analizzate le segnalazioni di sospette reazioni avverse a farmaci. La nuova modalità di segnalazione on-line ha sostituito il portale “Vigifarmaco” non più attivo. Si ricorda l’importanza di segnalare tutte le sospette reazioni avverse da farmaci e vaccini; questo rappresenta un obbligo per tutti gli operatori sanitari. Per facilitare la segnalazione è stato predisposto il seguente video-tutorial (urly.it/3pm49) della durata di circa 10 minuti». Anche nel tutorial la parolina tabù è espressamente menzionata al minuto 5.19 laddove la voce fuori campo raccomanda: «Ricordiamo che è importante inserire il [numero del, N.d.R.] lotto per vaccini e farmaci biologici». Tale metodo non può reputarsi un format di “vigilanza attiva” (perché è comunque rimesso alla iniziativa dei sanitari). Colpisce, però, il tono dell’e-mail accompagnatoria in cui, meritoriamente, si ricorda l’importanza di segnalare tutte le sospette reazioni avverse da farmaci e vaccini in quanto «questo rappresenta un obbligo per tutti gli operatori sanitari». Ma c’è di più: il programma di segnalazione reperibile al link di cui sopra può essere usufruito anche dai comuni cittadini.
Quindi, chiunque ne abbia necessità può guardarsi il breve e chiaro tutorial (per capire come fare) e poi procedere. Certo, una domanda sorge spontanea: perché tale solerzia solo ora? Ad ogni buon conto, l’e-mail dell’ULSS di Padova può rappresentare il sospirato inizio di un approccio finalmente sensato, realistico e obiettivo al tema degli effetti collaterali dei vaccini anti-Covid. Del resto, si tratta di un’operazione prettamente scientifica: quella di osservare e “vigilare”.
Niente di straordinario, in un’epoca dedita a un unico culto (quello della “Scienza”) e in cui impera una sola fede (quella “scientifica”) garantita da una selezionata casta di sacerdoti (gli “scienziati”). Sennonché, per “vigilare” non basta osservare; è necessario volerlo fare. Ci vorrebbe molta meno ideologia e un pizzico in più di cinismo come ci ricorda il saggio monito di Oscar Wilde: «Il cinismo è l’arte di vedere le cose come sono, non come dovrebbero essere».
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