Ci sono concittadini nati con la camicia che, in questa valle di lacrime, in queste uggiose giornate, ricevono improvvisamente una telefonata dalla banca di fiducia che dice loro, più o meno: senti, ti prego, ti imploro, ho bisogno che tu accetti un prestito (un mutuo, un accredito, chiamalo come ti pare) di centinaia di migliaia di euro e te lo do a un tasso di interesse dello 0,50%. Non siete tra i pochi baciati dalla grazia? Peccato, ma vi assicuro che esistono. E dicono di sì, come Eva al serpente, da persone assennate. Poi pigliano la vagonata benedetta e la convertono in investimenti prudentissimi del 2-3% per garantirsi una rendita da sogno. Com’è possibile, vi chiederete? Merito di un acronimo: Tltro (Targeted long-term refinancing operations), la penultima trovata dei draghi di Francoforte (prima del bazooka, intendo). Trattasi di decine di miliardi di euri prestati allo 0,25% (dicesi zerovirgolaventicinquepercento) alle banche europee a una condizione: che prestino i baiocchi ricevuti alle famiglie e alle imprese. Geniale trovata nella terra del Mago di Oz che ci ospita: cari banchieri, io, vestale della pecunia, insignita del titolo onorifico di BCE, vi gonfio di contanti purchè facciate ripartire la crescita e non li investiate in vili speculazioni. E così, i destinatari della manna che fanno? Pigliano la cornetta del telefono e chiamano i clienti super ricchi, quelli che tanti ne hanno che disfarsene non sanno e li blandiscono così: ascolta ‘ammia, purtroppo la casa madre mi ha messo ‘sto vincolo del menga ergo se voglio accedere ai liquidi devo prestarli a famiglie e imprese, ma siccome accà niusciuno è fesso io li dò solo a chi già ne ha pieni i caveau, ti va? L’italiano fortunato che può fare? Si sacrifica, è ovvio. Vorrai mica intristire una di quelle stesse entità che, tra fine 2011 e inizio 2012, hanno ricevuto in dote 255 miliardi senza lo schifosissimo ricatto di destinarli alla gente comune grazie al meno impegnativo ltro (long-term refinancing operations)? Così va il mondo nell’era della Crisi, all’insegna dell’evangelico motto: a chi più ha, più sarà dato.
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