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BALLE D’ACCIAIO

papandreuLa fortuna dell’Italia e della Grecia è di avere e di aver avuto i leaders giusti al momento giusto, gente con le palle d’acciaio, come Letta, con la schiena dritta e i pugni robusti, da sbattere sul tavolo dei negoziati, che non si faceva certo incantare dai burocrati della Kommizione Europea,  gente memore dei tempi passati in cui la la spocchiosa Germania  chiedeva e otteneva le dilazioni e i rinvii  oggi tignosamente negati all’Italia e agli ellenici. Parliamo di capitani di fregata consci della linea di demarcazione oltre la quale non è più una faccenda di rispetto dei trattati, ma di tradimento delle nazioni, statisti che sapevano e  ricordavano come dagli speroni rocciosi dell’Ellesponto fosse sbocciata,  due millenni fa, la democrazia di cui l’Europa mena vanto. Ah, che soddisfazione! Che sollievo! Che culo, passateci il francesismo, aver avuto gli uomini giusti al momento giusto. E’ un entusiasmo contagioso, da spruzzare come spray nell’etere per euforizzare i connazionali non ancora convertiti all’ottimismo renziano. E se non vi crederanno, se un riottoso farà spallucce, leggetegli questo stralcio di intervista di Mario Monti a Repubblica: “In Europa ci piace pensare che le regole siano nel complesso rispettate, ma non credo si possa parlare di rispetto quando ci sono paesi che anno dopo anno chiedono rinvii nel rispettare gli obiettivi e li ottengono senza difficolà. Penso, quanto al patto di stabilità, alla Francia e alla Germania nel 2003 e negli ultimi anni, alla Spagna, di nuovo alla Francia, al Belgio o ancora alla Germania oggi per il limiti agli squilibri macroeconomici recessivi”. Grande, sublime, così si fa, rabbia e orgoglio alla Fallaci, perdio! Oppure recitategli il giusto sdegno di George Papandreu, premier greco dal 2009 al 2011, palesato a un convegno sul declino della democrazia organizzato da Club de Madrid e Robert F. Kennedy Center a Fiesole: “L’Europa deve cambiare, diventare più democratica”. Fantastico, un nuovo Pericle, un prodotto strafico della patria dell’Agorà. E’ con politici di questa tempra che usciremo dalle secche della crisi. Un solo consiglio, sorvolate sulle date dei due interventi: 8 e 12 dicembre 2014. Altrimenti qualcuno potrebbe cantarvi la famosa strofa di Jannacci: ‘Se me lo dicevi prima’.

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