Finché non coglieremo l’essenza del Sistema in cui siamo immersi, faticheremo a decifrare episodi come quello dell’insegnante sospesa per aver fatto recitare il rosario in classe. E faticheremo ancor più a ideare e mettere in pratica le giuste strategie difensive. L’essenza del Tempo – potremmo, a giusto titolo, definirla “peccato” fondativo” – è la menzogna. Sulla bugia, elevata a raffinata arte comunicativa e a micidiale arma di manipolazione, si basano quasi tutte le campagne più insistite, e insistenti, dell’era attuale.
L’impostura principale, la madre di tutte le altre, consiste nel presentare i propri obbiettivi, le proprie priorità, i propri desideri come rivendicazioni di una sedicente minoranza discriminata o, peggio ancora, oppressa. Fatta questa (falsa) premessa, e purché essa sia ben accetta ai piani alti, ogni traguardo è possibile: dal vedersi riconosciuti e “protetti” a livello istituzionale al diventare beniamini dei media generalisti.
Prendete la questione dell’ideologia gender e delle battaglie pro lgbtq+. Un certo tipo di sensibilità fluida in campo sessuale, così come le tendenze transessuali, non sono affatto una naturale, e diffusissima, esigenza della stragrande maggioranza degli esseri umani. Esse riguardano una nicchia infinitesimale della popolazione. In questo senso sì, è oggettivo, trattasi di una minoranza; ma di una minoranza niente affatto “discriminata”, anzi. Si potrebbe dire che oggi essere, o dichiararsi, “alternativi” rispetto al mondo etero è un plus, non un minus. Non c’è serie televisiva, o programma di attualità, o intellettuale di riferimento che non promuova, esalti, veicoli in ogni modo la “modernità” (in quanto tale, avanzata e progressista) di certe rivendicazioni.
Insomma, l’etero è decisamente “vetero”: roba retrograda, da periferia reazionaria dell’impero. Tuttavia, la chiave per imporre il “discorso” lgbtq+ nelle scuole di ogni ordine e grado sta proprio nello spacciare questa (vera) minoranza infinitesimale alla stregua di una (falsa) minoranza oggetto di intollerabili prevaricazioni discriminanti. Se la cifra dei tempi fosse un valore (ormai in disuso, anzi ripugnante ai più) come la “verità”, i promotori instancabili di moltissime iniziative in materia dovrebbero avere la sincerità (e la trasparenza) di presentarsi quali sono; e cioè, piazzisti di un nuovo approccio sincretista, relativista, diciamo pure “distruttivista” della distinzione naturale degli individui in due generi: maschio e femmina.
Ma oggi, come dicevamo, il mondo da cui certe agende sono concepite, scadenziate e pubblicizzate è intrinsecamente menzognero. Meglio, usa callidamente la menzogna per perseguire intendimenti che, ove scopertamente palesati, troverebbero assai più pronta e motivata opposizione. Ma se muovi dal presupposto di essere discriminato – e se il tuo “bisogno” o “capriccio” piace alla gente che piace, beninteso – allora potrai esigere, con spudorata iattanza, di inserire all’ordine del giorno la tua lotta contro una (finta) discriminazione. Benché essa occulti la (vera) finalità propagandista alla medesima sottesa.
Così, con la scusa e l’alibi di combattere una inesistente ghettizzazione, i petulanti corifei delle armate arcobaleno possono scorrazzare senza pudori e senza vergogna portando avanti la loro (vera) strategia: ossia, divulgare valori, bisogni, desideri assolutamente minoritari affinché (e fino a che) essi non divengano patrimonio condiviso, e collettivo, delle masse.
Tornando alla famosa maestra sospesa da cui siamo partiti, probabilmente le cose sarebbero andate diversamente, se costei non fosse stata così innocente e ingenua da far sgranare ai suoi alunni il rosario senza le previe istruzioni per l’uso. Avrebbe, piuttosto, dovuto impiegare le mefistofeliche prassi incantatorie di cui sono proverbiali maestri i “Fattucchieri del Tempo Attuale”. Tra l’altro, avrebbe potuto farlo rimanendo sul piano di una verità fattuale. Per esempio, dichiarando di voler sottoporre all’attenzione dei suoi alunni le pratiche meditative di una vera minoranza (quella dei cristiani credenti), nel nome della sperimentazione di forme alternative, e trascurate se non avversate, di approccio al sacro (quelle della preghiera), in memoria di coloro che, per essere cristiani, vengono quotidianamente perseguitati alle più diverse latitudini.
Morale: oggi, nell’Evo della Menzogna, se vuoi sopravvivere devi impiegare i subdoli tatticismi e le bizantine fumisterie dell’avversario, altrimenti soccombi. Va bene puri come colombe; ma anche astuti come serpenti.
Francesco Carraro
www.francescocarraro.com
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