Caro ragazzo, se hai un’età compresa dai sei a diciott’anni, sappi che questa è una lettera rivolta a te. E sappi che è una lettera di scuse. Sappi che non te la scrive chi dovrebbe scrivertela. E sappi che chi dovrebbe scrivertela non ha né la forza, né la consapevolezza, né il fegato per farlo. Sappi che le scuse di cui questa lettera si fa umile portavoce non sono solo dovute; sono doverose. Sappi che ti hanno rubato – e continuano a farlo ogni giorno che passa – alcuni dei mesi più importanti e decisivi per la crescita: ma non del PIL, di te stesso.
Sappi che lo stanno facendo per una malattia che non ti riguarda. Sappi che il Covid non ce l’ha con te. Sappi che non lo dicono i fanatici complottisti, i negazionisti, i no mask. Lo dice la scienza. Sappi che secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore della Sanità il rischio che tu muoia di Covid, nella remota ipotesi tu lo contragga, è pari a zero. Sappi che – in nome di questo rischio inesistente – tu stai diventando un hikikomori Stato. Sappi che gli hikikomori sono dei giovani giapponesi che, per scelta di vita, si confinano nella propria stanza e scelgono di non vivere, per paura dell’esterno, per paura degli altri, per paura della vita.
Sappi che i mesi di clausura che ti sono imposti nessuno te li restituirà più. Sappi che non potrai fare domanda per riavere indietro queste ore di infanzia, di pubertà e di adolescenza che ti sono state scippate. Sappi che avrai questo piccolo buco nero nel tuo passato. Sappi che sarà fatto di non amici, di non litigi, di non risate, di non cazzate, di non sport, di non abbracci, di non prese in giro, di non interrogazioni, di non esami, di non promozioni e di non bocciature.
Sappi che il vile surrogato di tutto ciò te lo stanno propinando – connessione permettendo – a distanza, non in presenza. Sappi che – per colpa di una classe dirigente deficiente di coraggio, di consapevolezza, di libertà, di autonomia, di dignità, di rettitudine, di virtuoso senso civico – tu rischi di essere condannato a un deficit permanente di vitalità, di entusiasmo e soprattutto di rischio.
Sappi che non si tratta del rischio del Covid, ma dei rischi innumerevoli insiti nel fatto di uscire là fuori (nel mondo), di entrare là dentro (nelle aule) e di mettersi in gioco rischiando di perdere. Ma anche di vincere. Soprattutto di vivere. Sappi che di tutta questa situazione, di questo sfocato grigio-fumo nell’istantanea (altrimenti colorata e vivida) della tua giovinezza qualcuno è responsabile. Sappi, però, che dovrai crescere cercando di capire. Sappi che – quando tornerai a giocarti la partita – dovrai ricordarti di non dimenticare. Sappi che la DAD vuol dire questo: deficienza a distanza. E sappi che devi prenderti un impegno: non permettere alla tua generazione di fare la misera fine (politica, intellettuale, morale) di quelle che ti hanno preceduto.
Francesco Carraro
www.francescocarraro.com
1 Commento
sara
29 Aprile 2021 a 11:50Bell’articolo