Se c’è una cosa contro la quale dovremmo essere vaccinati, in Italia, è il conflitto di interessi. Per almeno un ventennio – dalla discesa in campo di Berlusconi nel 1994 ai primi anni di questa decade – siamo stati letteralmente ossessionati da un allarme assordante: Berlusconi non può governare l’Italia perché è in conflitto di interessi con i suoi plurimi rami d’affari. Abbiamo avuto la quasi totalità degli intellettuali di sinistra impegnati dalla mattina alla sera su questo tema esclusivo.
Praticamente, la nostra intellighenzia ha scritto lo stesso articolo sui giornali della sera, o compitato il medesimo editoriale dagli schermi delle varie Samarcande, per due decenni consecutivi. Nient’altro di intelligente da segnalare, sia ben chiaro, però almeno quella roba lì – vivaddio – ce l’hanno cantata in tutte le lingue e somministrata con tutte le salse. Quindi, in un modo o nell’altro, dovremmo avere imparato l’antifona: gli interessi privati di un uomo di Stato non possono e non debbono mescolarsi con gli interessi pubblici di quello Stato.
Eppure, oggi sta accadendo qualcosa di enne volte più grave sotto i nostri occhioni sgranati dalla paura. E senza che uno solo degli intellettuali monotematici di cui sopra si senta in dovere di dire qualcosa. Secondo un articolo di Repubblica del 17 novembre 2019, l’uomo più ricco del mondo è Bil Gates. In base all’indice dei miliardari di Bloomberg, il suo Impero vale 110 miliardi di dollari contro i 108,7 miliardi di Bezos.
Ora, prescindiamo dal fatto (intimamente iniquo e fondamentalmente immorale) di un Sistema in cui un solo uomo può arrivare a detenere una ricchezza pari a un quindicesimo del PIL di uno Stato come l’Italia. Guardiamo, invece, più indietro per poi scrutare più avanti. Ebbene, questo stesso signore è stato, a quanto pare, folgorato sulla Via di Damasco del Bene Universale o, se preferite, sulla strada che da Gerusalemme portava a Gerico. Quella del Buon Samaritano, insomma.
Da un articolo de “Il Giornale” apprendiamo che, nel 2000, egli fondò la Bill & Melinda Gates Foundation che (con un asset di 50.7 miliardi di dollari) è considerata la fondazione più grande del mondo. L’associazione è (parole di una Relazione del Ministero della Salute) “una delle maggiori fonti di finanziamento volontario ai programmi dell’OMS”. Egli è oggi è letteralmente ossessionato dai vaccini. Spende vagonate di miliardi per implementarne uno anti-covid. E ha anche singolari doti profetiche, avendo previsto la pandemia nel 2015 e avendo simulato quella di Coronavirus nell’autunno del 2019.
Di fronte a questi dati dovremmo iniziare a camminare spalle al muro e tornare da dove eravamo partiti: il conflitto di interessi. Direte: Gates non ha cariche pubbliche, come Berlusconi. Risposta: Gates è molto più influente di Berlusconi e, a differenza di Silvio, non ha ricevuto un mandato politico da nessuno. Nel qual caso, potrebbe essere interessante domandarsi: qual è il programma politico di Gates, aldilà della sua contingente passionaccia per il Covid e per i vaccini? Ma ai giornaloni la questione non interessa nulla.
Per il sito di Repubblica il povero Bill sarebbe solo il “bersaglio n. 1 dei cospirazionisti” nelle “teorie strampalate sulla diffusione del Coronavirus”. Ecco, niente di anomalo da segnalare. Per anni i guru de noantri della sinistra al caviale han provato a fare le scarpe a un miliardario che non poteva (non doveva!) permettersi di salvare l’Italia. Oggi che un miliardario si accinge a salvare il mondo, molti di loro le scarpe gliele leccano dai lacci alla suola. Non a caso gli piace chiamarsi “progressisti”.
Francesco Carraro
www.francescocarraro.com
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