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Lapsus Ultra

Uno dei cavalli di battaglia della psicanalisi freudiana riguarda lo studio dei lapsus. Il lapsus, l’errore involontario (la scivolata semantica, la voce dal sen fuggita) è considerato, da Freud, come un sintomo rivelatore, il campanello d’allarme di un disagio psichico, non riconosciuto dalla coscienza e perciò occultato sotto il tappeto delle rimozioni involontarie. Il disagio però esiste, si agita, fermenta e alla fine trova imprevedibili vie d’uscita sotto forma di inciampi lessicali fortuiti. Il parlante non voleva dirlo, ma l’ha detto. E dicendolo, ha detto molto più di quanto avrebbe voluto dire. Ebbene, due noti intellettuali italiani (Gianni Riotta e Beppe Severgnini), europeisti al cubo, hanno dato una dimostrazione insuperabile di lapsus nei giorni calienti della formazione del governo giallo-verde. Il primo ha negato l’esistenza di un articolo uno della Costituzione dalla inquietante formulazione (“La sovranità appartiene al popolo”). Il secondo ha rammentato agli italiani somari cosa è successo ai paesi che si sono provati a uscire dall’euro. Ora, sia Riotta che Severgnini sono uomini di cultura e intelligenza. Dunque, è impensabile non sappiano che l’articolo uno della costituzione attribuisce la sovranità al popolo e che nessun paese ha sperimentato le pestilenze destinate a chi abbandona l’euro per il semplice fatto che nessun paese è mai uscito dall’euro, dopo esserci entrato. Ergo, l’unica spiegazione possibile a queste due gaffe monumentali è il lettino di Freud. I due editorialisti sono incappati in un lapsus, rivelando non già la loro ignoranza (perché ignoranti non sono) e neppure la loro incompetenza (perché incompetenti non sono) quanto piuttosto la prospettiva (inconfessabile) da cui vedono il mondo e l’Italia e soprattutto il ruolo dell’Italia nel mondo. Parliamo di pulsioni inconsce. Per esempio, quella di vivere in un Paese dove una Costituzione non concede la sovranità al popolo. Riotta sa dell’esistenza del comma due dell’articolo 1, ma vorrebbe non averlo mai letto. E con lui, badate bene, centinaia di altri opinionisti di grido. Nella faccia esterrefatta della grande firma del Corriere (davanti a chi osava invocare quella norma sul popolo sovrano) c’è tutto lo sbigottito stupore, lo sconcerto scandalizzato dell’intero ceto intellettuale nazionale; per il quale, è divenuta persino inconcepibile l’idea che qualcuno possa essersi sognato di inserire in Costituzione quell’eretica proposizione. O che nessuno l’abbia ancora riformata, specificando che la sovranità appartiene all’Unione Europea; o ai Mercati, magari. Idem dicasi per l’uscita dall’euro.  Severgnini sa perfettamente che nessuno è mai uscito dall’euro, ma vorrebbe invece che l’avesse fatto e che fosse pure stato bastonato a sangue dai Mercati; o dall’Unione Europea, magari. Così da portarlo ad esempio per i reprobi. La nostra intellighenzia ha fretta, capite? Va così veloce da dare per acquisito un processo di asservimento che – purtroppo per loro e per fortuna nostra – non si è ancora compiuto del tutto.

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