C’è un libro cult di fine Ottocento di un grandissimo scrittore americano, Henry James, che vi consiglio assolutamente se amate la paura, il brivido, le atmosfere livide e i fantasmi nelle antiche ville gotiche. Il romanzo si intitola Giro di vite e ne è stato tratto un film altrettanto valido, Suspense, con una magistrale Deborah Kerr. Senza rovinarvi la fine, vi posso però anticipare che parla di una istitutrice assunta da un ricco e annoiato scapolo inglese per fare da insegnante privata, durante le vacanze estive, a una coppia di fratellini nipoti del magnate: un maschietto, Miles, e una femminuccia, Flora. Durante la permanenza nella monumentale magione, l’atmosfera si fa sempre più tesa per la spettrale ed episodica comparsa di presenze ectoplasmatiche fluttuanti negli angusti corridoi, sui pinnacoli della torre, aldilà del bucolico laghetto. Ci sono i fantasmi, insomma, ma non due fantasmi qualsiasi. Cattivi, piuttosto, anzi crudeli, una coppia di demoniache presenze disincarnate costituite dagli spiriti di un ex maggiordomo di casa e di una ex precettrice entrambi defunti in circostanze misteriose. Gli spiriti malvagi sono animati dalle peggiori intenzioni e ingolositi dalla opportunità di impossessarsi delle giovani carni di due fanciulli teoricamente innocenti. Così, si aggirano indisturbati fra i tetri corridoi e le stanze in penombra e interferiscono nella quotidiana, idilliaca vacanza dei pargoletti e della loro maestra. Ma non è questo il punto. Non ci importa qui fare il resoconto critico di un capolavoro letterario quanto piuttosto proporvi le assonanze prodigiose e, va da sé, metaforiche della trama di Giro di Vite con l’epoca corrente. Infatti, una delle chiavi della storia sta nel dubbio atroce che attanaglia la protagonista, Miss Giddens. Posto che ella vede i due obbrobriosi fantasmi, forse per una naturale inclinazione alle percezioni extrasensoriali, i bambini, a loro volta, li vedono oppure no? Perché se – come miss Giddens finisce per convincersi – essi pure percepiscono le due anime dannate, allora perché non lo confessano? Perché si ostinano a recitare la pantomima dei fanciulli garruli e affettuosi? Possibile che sappiano e, ciononostante, tacciano? Se davvero sanno, perché non parlano? Sono forse collusi con il male, a dispetto del loro ingenuo, esibito candore? Sono forse di già incapricciati delle potenze infernali? Ecco, trasponete questa vibrante angoscia al presente. Non vi è mai capitato di domandarvi: possibile che l’informazione convenzionale, i media ufficiali, i canali ortodossi e quindi, per ciò stesso, presuntamente innocenti, non vedano certe dinamiche perverse degli eventi nazionali e mondiali? Possibile non colgano le latenti connessioni tra determinati fatti e talune persone? Davvero non le scorgono? Essi non sanno o piuttosto, sapendolo, fingono di non vedere per non dover denunciare? Sono, per caso, già implicati con le forze oscure responsabili di innescare e assecondare il caos? Insomma, sono magari – come Flora e Miles – dei ‘finti’ bambini, tanto più crudeli quanto più subdolamente e dolosamente compromessi con il backstage delle vicende di cronaca? Forse, in definitiva, proprio come a miss Giddens, non ci è dato altro che la rassegnata e funesta impotenza del dubbio.
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