2017, primi giorni dell’anno. Esce il nuovo libro di Pierluigi Bersani (Per una buona ragione) dove si denuncia la deriva della globalizzazione, la rovina delle classi sfruttate, lo scempio del mercato del lavoro, lo strapotere delle multinazionali. Un grigio lunedì sera, un uomo affranto, e grigio, giace sul lettino del suo psicanalista. Cronaca del dialogo. Dottore: Buongiorno, mi dica cosa non va, sempre la solita ossessione? Paziente: esatto, dottore, mo’ sono tormentato; alla mattina mi guardo allo specchio e ci vedo la faccia di Bersani. A ciap è sciop e ghe dag una sciupteda. Dottore: nooo, per l’amor del cielo! Gliel’ho detto, non deve farci caso, è impossibile che lei sia lui. Paziente: è più forte di me, dottore, e poi spesso ho delle conferme dall’ambiente circostante: gli amici e i parenti stretti continuano a chiamarmi Pierluigi. E se m’incazzo mia moglie mi urla: T’é una testa com una mazzola. Dottore: si calmi, sono allucinazioni e vanno trattate con una buona dose di auto-coscienza e di riepilogo interiore. Avanti, mi ripeta tutti i motivi per cui lei non può essere Bersani. Paziente: d’accordo dottore, in primis perché ho scritto il bel libro appena datole in omaggio. Poi perché il partito democratico, di cui Bersani è uno dei leader, ne ha fatte negli ultimi anni peggio di Bertoldo. L’è sporc com e baston de puler. Dottore: su, su, non divaghi. Riepiloghi, piuttosto. Paziente: giusto, dottore, ha ragione. Allora: il PD di Bersani ha approvato tutti i trattati costitutivi dell’Unione Europea basati su un’economia di mercato fortemente competitiva. Un tradimento degli ideali della sinistra storica, capisce? La competitività portata all’estremo non aiuta la povera gente, la costringe alla fame, socmel! Dottore: bravo, continui così. Paziente: poi c’è la faccenda del lavoro. Il PD ha approvato l’abolizione dell’articolo 18, caposaldo del piano di rinascita democratica della P2 e uno dei cavalli di battaglia di Berlusconi. Dottore: davvero ignobile. Paziente: appunto; e poi quel giovane fiorentino, come si chiama, il nuovo segretario del PD, insomma quello lì, va a braccetto con tutti i paperoni del globo. L’è sempri insim, cul e camisa. I nuovi miti di quel partito sono i multimiliardari come Bill Gates e Mark Zuckerberg. Dottore: e allora lei non può essere Bersani, suvvia! Di che si preoccupa? Paziente: Mo’ dottore, lei non capisce. Guardi qua, cosa mi ritrovo in tasca: una tessera del PD con scritto Pierluigi Bersani. Come la mettiamo? Dottore: la butti via, per la carità. Quel documento non è mica vero. Paziente: Ue’ dottore, mi starà mica pigliando per il culo? Lei mi deve dire la verità su me stesso, se sono democratico mo’ me lo deve dire, socmel! La pago per questo. Dottore: ma va là, dorma sereno insieme all’Enrico. E poi io non le devo dire la verità, testina! Semmai, la post verità. E stia tranquillo, che lei non è democratico; è PD: post democratico.
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