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ZAPPA INCLUSA

G 7I media del mondo hanno dato una notizia da leccarsi le orecchie. I sette grandi della terra hanno raggiunto la penisola di Ise-Shima, nel Sud del Giappone, dove si terranno i lavori del G7. All’ordine del giorno ci sono le misure per la crescita economica e la lotta al terrorismo. Ora, a leggere i nomi dei sette grandi (il primo ministro italiano Matteo Renzi, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il primo ministro britannico David Cameron, il primo ministro canadese David Trudeau, il presidente francese Jean Francoise Hollande, il ministro nipponico Shinzo Abe e, ottavo nano, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker) uno prova una sensazione strana. La stessa che ti danno i nomi della nazionale italiana di oggi se paragonati a quelli degli azzurri campioni del mondo nell’Ottantadue. Ma prescindiamo dalle suggestioni populiste e guardiamo ai fatti. Ecco il resoconto stenografico dei lavori.  Pronti via, tutti intorno a un tavolo ovale. In mezzo c’è una ciotola in ceramica giapponese Mino Yaki. I sette grandi, a turno, pescano un biglietto. Lì  c’è scritto quello che va detto. D’altra parte il tempo stringe, i sette grandi pensano in grande tutto il giorno, vorrai mica che pensino anche a ciò che va detto alla riunione dei sette grandi? Esordisce Jean-Claude Junker, sfila l’anellino dal micro papiro, si aggiusta gli occhiali e recita: “La crescita globale è la nostra priorità urgente”. Tocca a David Cameron che pesca la sua esca, si umetta le labbra, srotola il messaggio e legge: “Sono d’accordo”. Poi, vai con Jean Francoise Hollande che imita i colleghi, si gratta il mento e sillaba: “Anch’io”. Angela Merkel: “Kondfido”. Barack Obama: “Yes, we can”. Shinzo Abe: “idem”. David Trudeau: “Davvero, mi avete invitato?”. Poi si alzano tutti, ma uno del cerimoniale avverte che manca Renzi. Matteo tossicchia emozionato e fa: “Sentite questa: c’è un inglese, un tedesco e un italiano…”. “Leggi il piglietto, Matteo, non fare kretino” gli intima la Merkel. Renzi esegue e trova scritto: “L’anno prossimo il G7 si terrà in Italia, a Taormina”. Gli scappa la lacrima e abbraccia i colleghi, uno a uno. Poi, tutti insieme vanno fuori per le interviste di rito davanti ai giornalisti di tutto il mondo. Ad ognuno dei sette grandi viene consegnato un macro papello, formato A 3, con scritte a caratteri cubitali: whe have to increase grow – bisogna incrementare la crescita. Tutti scandiscono per bene la cosa a parte Renzi che, ammiccante, aggiunge: and, comunq, the proxim ann we make the summit in the spectacular scenografic theatre that is Taormina, in Sicilia, in Italy”. Nessuno lo caga perché sono tutti andati, nel frattempo, a zappare. Questa è vera. C’è una foto strepitosa, reperibile sul web, dei magnifici sette che piantano alberi nel campo di un tempio scintoista, muniti di pale coi controfiocchi. E nella mente ci rimbomba un detto (braccia rubate all’agricoltura) e dal cuore ci sgorga un auspicio irrealizzabile: che ciascuno dei  sette grandi possa, in futuro, realizzare la sua più autentica vocazione, anche se inconscia. Insomma, che restino nel campo del tempio scintoista. Zappa inclusa.

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