Per merito della professoressa Maria Rita d’Orsogna, attivista e ambientalista, apprendiamo un’altra notizia interessante da IlFatto.it. Pare siano state approvate nuove concessioni petrolifere nel Mar Ionio, in quel tratto di mare stretto tra Calabria, Basilicata e Puglia. La beneficiaria è la Shell e le due concessioni hanno un nome in codice: d73FRSH e d74FRSH. Settecentotrenta chilometri quadrati, in un caso, seicentoventi nell’altro. Due province del fondale marittimo concesse graziosamente in uso alla multinazionale petrolifera perché sondi la palta in cerca di oro nero e in vista di future, auspicate, trivellazioni. Ma la vicenda ha una serie di addentellati strepitosi, da non perdere. Primo: la concessione numero due sparerà nel sottosuolo violente pistolettate di aria compressa a intervalli di dieci secondi a un miglio appena dal sito protetto detto “Secca di Amendolara” e a sei miglia dai fondali di cristallo di “Crosia-Pietrapaola-Cariati”. Il tutto a fronte di un parere negativo delle tre regioni interessate: la trivella bucherà, infatti, la fascia ‘di rispetto’ di 12 miglia marittime prescritta dalla Commissione Tecnica di Verifica. Ho chiesto a un bambino di seconda elementare per aver conferma del dubbio: un miglio e sei miglia sono, entrambe, distanze inferiori a dodici miglia. Ma al Ministero mica l’hanno fatta la seconda elementare. E qui entriamo nel regno delle probabilità improbabili o delle somme sottrattive o della matematica à la carte. Roba da ingegni forti, intelletti italici sottratti alla fuga all’estero e finiti a rimpolpare gli uffici del Genio ministeriale. Sta di fatto che la Shell ha ottenuto il via libera dopo che alla stessa è stato concesso di controdedurre rispetto alle obiezioni regionali. Impagabile. Nell’Evo competitivo, le pubbliche autorità censurano, ma poi i grandi gruppi (quelli che investono e quindi alimentano la crescita) possono controdedurre. Loro. Un po’ come funzionerà il Ttip, il trattato transatlantico: se uno Stato contesta qualcosa alla multinazionale di turno non decide mica il primo. Si va da un arbitro privato. Comunque sia, la parte sublime della faccenda, quella che dà la cifra da burlesque all’episodio è ancora un’altra. Sapete qual è il Ministero che ha dato il via libera? Quello del Turismo e dell’Ambiente. E poi ci lamentiamo che la Commedia all’italiana è morta.
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