Evviva gli intellettuali, ci fanno ragionare, ci fanno pensare, ci distolgono dal rimuginare cretino sulle balle della stampa nazionale. Per fortuna che, ogni mattina, tu compri un giornale a caso e ci trovi un editoriale a caso che ti illumina, ti spiega come funziona il mondo ed evita che la tua mente vacilli e sbandi e cada preda della confusione e dell’inquietudine. L’intellettuale, in Italia, è una figura carismatica che vanta straordinari capostipiti, interpreti di grido, tutta gente che ha saputo leggere i tempi, financo anticiparli, e correre appresso a un avvenire migliore del mesto presente che ci tocca in sorte. Perchè l’intellettuale ha quel certo non so che, quel quid pluris, ha studiato, capito? Ha frequentato scuole alte, ma così alte da apparir vertiginose, luoghi eletti, cenacoli appartati, torri d’avorio in cui l’intellettuale si ciba di sopraffine squisitezze negate al volgo e alla massa. Poi le trita, le mastica, le digerisce e le traduce a noi mortali. Evviva l’intellettuale che ti dice quello che, altrimenti, non arrivavi mica a capire, stupido che sei. L’inno all’intellettuale sgorga di petto, come acqua di fonte, quel giorno che ti svegli, compri, casomai, il Foglio e leggi una strepitosa dritta soffiata da Giuliano Ferrara al Cavalier Cortese: fatti furbo, copia Cameron. Riportiamo, testuali, le parole del consigliori: “trovare un nucleo di classe dirigente, che in parte ha già in casa, capace di emulare Renzi sul piano del governo del paese e delle politiche di rilancio dopo la crisi”. Dio, come ti senti piccolo, dopo letture così, una canna pascaliana al cospetto dell’universo. Non avete capito? Berlusconi, per vincere, deve fare quello che fa Renzi, cioè le stesse politiche. Questa è la cifra del genio. Pensiero laterale, teoria dei giochi, l’arte di Sun Tzu applicata alla politica. Ma perché nessuno ci aveva pensato prima? Per battere un governo ‘di sinistra’ che fa politiche di ‘destra’ basta fare copia-incolla oppure ctrl-V. E poi non è manco difficile, ci hanno già la classe dirigente in casa. E pure l’intellettuale di riferimento.
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