Genesi, sviluppo e finale di un pensiero stupendo nato un poco strisciando nella testa di un Ministro della Repubblica. Location: interno giorno di un luminoso ufficio del Ministero. Attore protagonista: un politico di sinistra desideroso di rendere più competitiva la nazione e più flessibile il Sistema Produttivo Paese. Problema: come fare in modo che i Mercati si accorgano di noi e vengano finalmente a investire in Italia dandoci quei denari che non sappiamo più dove andare a pigliare. Ragionamento: allora, obbligare i detenuti ai lavori forzati nei call center? No, troppo politicamente scorretto, poi mi si incazzano i radicali. Mumble mumble. Costringere i disoccupati a dedicare dieci ore di solidarietà al giorno in una banca o in una compagnia di assicurazioni in crisi di utili? Non se ne parla, poi mi ritrovo i sindacati tra i coglioni. Mumble mumble. Forse si potrebbe forzare la mano alle casalinghe: la mattina per la casa e il pomeriggio per la patria, a prestare opere di bene nelle aziende più bisognose. Per la carità! Così le femministe mi fanno il culo. Mumble mumble. Eureka! Com’è che non ci ho pensato prima? Gli studenti, gli studenti, perdio! Cosa fanno gli studenti sfaccendati per tre mesi in estate? Una mazza, una emerita mazza. E intanto l’economia del paese langue. Potremmo ridurre le ferie a due mesi, anzi facciamo a un mese. Il resto è ‘formazione’ non retribuita, una specie di servizio civile europeo per la crescita comunitaria. Ah Mario, chiamami il Renzi! Ci ho la trovata dal secolo!
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