Immaginate la scena: un bravo sindacalista degli anni Settanta, padre di famiglia rigoroso e integerrimo, il suo amico intellettuale, editorialista da bazooka su un giornalino d’assalto della gauche extraparlamentare e suo cugino, aspirante terrorista in procinto di sposare la lotta armata. Tutti rigorosamente comunisti, sia pure con miti diversi: uno Berlinguer, l’altro Marcuse, l’ultimo Mao. Vanno al cinema a guardare un film di fantascienza ‘L’invasione degli ultlacolpi’ che parla di un gruppo di supereroi (comunisti) cinesi che fa delle cose pazzesche con dei poteri incredibili: c’è Ren Janxin, miliardario che rastrella aziende decotte e le rilancia nel mercato globale; c’è Zhou Xiaochouan che fa il consigliere di amministrazione di Eni, Enel, Generali, Fca, Mediobanca, Saipem e Telecom; c’è Liu Zhenya, capo di State Grid of China, alla guida della Snam; c’è Tan Xuguang a capo del Gruppo Ferretti, costruttore di yacht di lusso; e c’è, infine, Zhu Choung Yun, stilista con 400 boutique e un patrimonio di 510 milioni di dollari. Finito il film, i tre escono, ridendo come pazzi, e si accendono una sigaretta scherzando sull’abilità dei capitalisti di far ridere un comunista alle spalle di un comunista. Fine della storia e morale della favola: tutti i personaggi citati sono veri, vivi e vegeti, e prosperano in mezzo a noi. I cinque cinesi usano gli italiani per fare il grano con la ruspa, i tre italiani implorano i cinesi di accelerare gli investimenti nello Stivale per rilanciare il Made in Italy. Bandiera Rossa la trionferà.
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